Non accenna a diminuire lo scontro sulla CamCom alla luce della decisione del Cga che ha ripristinato l'ex presidente e la Giunta dopo la decisione del ministro Giorgetti
Uno scontro senza esclusione di colpi, lungo, estenuante, dannoso per le forze produttive e soprattutto per il futuro dell’aeroporto Fontanarossa, uno dei più grandi d’Italia, ai primi posti nel Belpaese per flusso annuo di passeggeri e fiore all’occhiello di una città sempre sull’orlo del baratro economico, finito a centro di una guerra sul progetto di vendita considerato dalla parte opposta una svendita.
Se non si fosse capito stiamo parlando della guerra senza fine e combattuta da anni, anche a colpi di carte bollate nella Camera di commercio del Sud-Est, sin da prima di quel 2017 quando la magistratura etnea cominciò ad occuparsi della continua tenzone tra due forze contrapposte sui pasticci nell’accorpamento della Cam Com del sud-est e sulle presunte anomalie per “dopare” gli equilibri di forza denunciate con forza dalla cordata che allora faceva capo all’ex vicepresidente nazionale di Confindustria, Ivan Lo Bello contro il suo nemico numero uno rappresentante del fronte opposti: Pietro Agen, ex leader regionale di Confcommercio, ma soprattutto – numeri alla mano – infine presidente della super Camera e dunque padrone di Fontanarossa. Ma l’effetto collaterale del lavoro della Procura di Catania, assieme a polizia postale e squadra mobile fu quello di arrivare anche nella stanza dei bottoni dell’aeroporto e da allora la contrapposizione è stata talmente forte e continua da impedire qualsiasi soluzione
Il centro della contesa è l’aeroporto
Ora a distanza di oltre quattro anni da quel periodo e dall’inchiesta siamo davanti a un nuovo atto di una storia stucchevole che rischia ancora di far deflagrare la CamCom e di non pianificare per il bene di Catania e di buona parte della Sicilia orientale il futuro di uno scalo sul quale tutti vogliono metterci il cappello. Facciamo un breve passo indietro sino al 20 gennaio di quest’anno. In quei giorni arriva il provvedimento del ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, che firma i decreti di nomina dei commissari per le Camere di commercio siciliane che così sono state riformate. La parlamentare di Forza Italia, Stefania Prestigiacomo spiega in una nota che il provvedimento è frutto “dell’emendamento da me presentato e approvato dal Parlamento ad amplissima maggioranza”. E riporta anche i nominativi dei colleghi che hanno firmato il provvedimento di correzione: Antonino Minardo, Fausto Raciti e Paolo Ficara.
La Prestigiacomo allora gongolava per la firma di Giorgetti. “Non esiste più la super-camera di Commercio della Sicilia Orientale, ma la camera di Commercio di Catania – spiegava subito dopo la firma ministeriale in una nota la deputata di Fi – dove potranno avere maggiore peso le categorie produttive metropolitane. Le Camere di commercio di Siracusa e Ragusa sono state associate ad una più grande a cinque che riunisce anche le province di Trapani, Agrigento, Caltanissetta. Massimo Conigliaro – annuncia Stefania Prestigiacomo – è stato nominato commissario della Camera di Commercio “a cinque” mentre Giuseppe Giuffrida guiderà la CamCom di Catania. Da questo momento decadono tutti gli organi che gestivano le Camere di Commercio commissariate, compresi i revisori dei conti. “Si apre adesso – aveva concluso la parlamentare di Fi – una pagina nuova per la rappresentanze delle imprese e di tutto il mondo produttivo e del commercio della Sicilia sud-orientale alle prese con la difficile fase economica che stiamo attraversando e che ha, quindi, bisogno di una gestione dedicata e concentrata su ciò di cui i territori hanno bisogno per ripartire e riprendere un percorso di crescita socio-economica”.
Agen: “Questione caotica”
Il commissario Giuffrida, pochi giorni dopo il provvedimento, prendeva possesso della Camera d commercio di Catania, una delle più importanti di tutta l’isola e riapriva anche la questione aeroporto. Ma soltanto per poco perché come in una telenovela o una tela di Penelope la vicenda delle Camere di commercio dieci giorni fa ha ricevuto addosso una nuova tegola: il Consiglio di giustizia amministrativa e poco prima anche il Tar di Palermo hanno sospeso il provvedimento di nomina dei commissari sancito dal ministero e hanno ripristinato il precedente status quo. A questo punto alla CamCom del Sud-Est, formata da Catania, Siracusa e Ragusa, sono tornati il precedente presidente, il consiglio e la giunta. Un ritorno al passato sul quale però bisognerà attendere l’esito della camera di consiglio del Cga, fissata per il prossimo 6 aprile. Il presidente reinsediato, Pietro Agen in una sintetica dichiarazione ha spiegato ad alcuni organi di stampa: “Credo che occorra riflettere sull’evidente stato confusionale che si registra in tutta la questione CamCom”. Agen avrebbe aggiunto che una simile vicenda rischia di produrre confusione anche negli imprenditori disorientati dal caos. E si è anche appellato alla Regione affinché si ricordi di essere un ente autonomo a Statuto speciale e che per questo può intervenire per proporre un assetto differente delle Camere di commercio e non, al contrario, attendere i provvedimenti del governo centrale.
Insomma siamo soltanto all’ennesimo colpo di scena nella CamCom mentre il futuro dell’aeroporto può attendere…
Giuseppe Bonaccorsi