Ore di tensione all’aeroporto di Monaco di Baviera, in Germania. Tra la notte di giovedì e oggi 3 ottobre, droni non identificati sono stati avvistati nelle vicinanze dello scalo civile. Le autorità hanno sospeso le attività dell’aeroporto. È intervenuta la polizia che non è riuscita a riconoscere i droni. Dopo un’ora altri ne sono stati avvistati nell’area sopra l’aeroporto. Il tutto in una data molto significativa per la Germania: ricorre l’anniversario dell’riunificazione il 3 ottobre del 1990.
Le conseguenze sul traffico aereo: 32 voli coinvolti
È la prima volta che viene coinvolto, e chiuso, un aeroporto civile tedesco. Ieri sera, 17 voli non hanno potuto decollare. Sono stati coinvolti circa 3.000 passeggeri che hanno dovuto dormire nelle aree dei check-in: hanno ricevuto bevande, snack e brandine per la notte.
Stessa sorte per 15 voli in arrivo che sono stati deviati verso gli aeroporti di Stoccarda, Norimberga, Vienna e Francoforte, per un totale quindi di 32 aerei coinvolti. I voli sono ripartiti regolarmente questa mattina alle 5,30. Di notte gli scali tedeschi, tra la mezzanotte e le 5, restano comunque chiusi per una legge sul rumore notturno.
La reazione del governatore della Baviera
Markus Markus Söder, governatore della Baviera, è intervenuto senza mezzi termini: “Gli episodi dei droni mostrano quanto alta sia la pressione. Da adesso deve valere quanto segue: abbatterli invece di aspettare. E in modo conseguente. La nostra polizia deve poter abbattere subito i droni”. Söder, capo della bavarese Csu, è il più potente alleato di Merz: le sue parole non potranno non avere un effetto politico.
Droni di origine sconosciuta
Sui droni di Monaco finora poche informazioni: per l’oscurità la polizia non è riuscita a identificare neppure i modelli. Ma se l’attacco a un aeroporto è una novità in Germania – Monaco è il secondo aeroporto del Paese – quello di ieri segna anche un cambio di passo e una possibile escalation.
La Germania è al centro della strategia dei droni da tempo, almeno da due anni. Secondo i registri ufficiali, i sorvoli di “dubbia identità” erano 9 nel 2021, prima della guerra in Ucraina. Sono saliti a 172 nel 2022, sono diventati 446 nel 2023 e per il 2024 mancano ancora numeri ufficiali.
Le difese approntate però, per quanto ovviamente del fenomeno si occupino il governo, i militari e la polizia, sono per ora del tutto insufficienti.
Altro episodio ieri in una base militare in Belgio
Ieri, inoltre, c’è stato un secondo episodio. Verso l’1,45 di notte, sono stati avvistati 15 droni sulla base militare di Elsenborn, nel sud est del Belgio. I droni, ha poi annunciato il ministro della Difesa belga, “avrebbero volato dal Belgio verso la Germania e sono stati anche individuati dalla polizia di Duren, dall’altro lato della frontiera”.
Il sorvolo, o meglio l’attacco, colpisce in un giorno particolarmente delicato. È il finale dell’Oktoberfest a Monaco, dove arrivano centinaia di migliaia di persone, e dove da anni l’aeroporto finisce sotto stress per l’enorme afflusso. Ma è anche una data simbolica: la vigilia della riunificazione tedesca, che cade il 3 ottobre, e di cui ricorrono i 35 anni. Oggi in Germania è festa nazionale: il Paese si ferma e alle celebrazioni a Saarbrücken arriverà anche il presidente francese Emmanuel Macron.
Sospetti sulla Russia non dimostrati
È insomma una data segnata sul calendario, nonché la vigilia di un ponte, che ovviamente gli operatori dei droni conoscevano bene. Difficile pensare che fosse ignorata a Mosca, vista la fissazione di Putin sulla Germania: quando crollò il Muro, si trovava a Dresda come agente del Kgb e la visse come una tragedia geopolitica e personale.
Ma che ci sia la mano russa, come tutti sospettano, non è stato dimostrato. Tanto più che per le opere di sabotaggio su territorio tedesco – dopo la grande espulsione di spie e diplomatici seguita all’invasione ucraina – Mosca si affida a manovalanza locale, a volte anche pregiudicati. Ci sono stati mille indizi: un mese fa, una nave russa sospettata di spionaggio è stata sequestrata ad Amburgo e a bordo è stato trovato un drone. Mille indizi che però finora non hanno fornito una pistola fumante. O almeno, la pistola fumante non è mai stata mostrata in pubblico.
Il portavoce della Commissione Europea: “Intera Europa a rischio droni“
I sorvoli di droni non identificati che le autorità belghe hanno osservato nei giorni scorsi sull’aeroporto militare di Elsenborn-Butgenbach, a nord di Liegi, vicino al confine con la Germania, “dimostrano ancora una volta che l’intera Unione Europea è a rischio”. Lo ha detto un portavoce della Commissione Europea, durante il briefing con la stampa a Bruxelles.
Alla Commissione, ha proseguito, “siamo ovviamente consapevoli di ciò che sta accadendo nei nostri Stati membri. Ora spetta a loro condurre le indagini. Spetta agli Stati membri condurre le indagini e identificare da dove provengono questi droni e quali sono i rischi”.
Tuttavia, ha concluso, questo “evidenzia ancora una volta anche ciò che la presidente Ursula von der Leyen e il commissario Andrius Kubilius hanno detto anche in Danimarca, ovvero che un simile muro anti droni proteggerebbe l’intera Unione Europea”. Il confine terrestre dell’Ue con Russia e Bielorussia è lungo oltre 3.500 chilometri.

