Le parti sociali stigmatizzano "l’atteggiamento di disimpegno aziendale che ha spinto tanti dipendenti a cercare giustizia nelle aule di Tribunali".
Proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori della Gesap, la società di gestione dell’aeroporto di Falcone Borsellino di Palermo. “I motivi che hanno portato alla prima procedura di raffreddamento sono molteplici e perdurano da anni – dicono Fabio Lo Monaco, segretario Filt Cgil; Antonio Dei Bardi, segretario Fit Cisl; Katia Di Cristina, segretaria Uil Trasporti; e Domenico De Cosimo, segretario Ugl Ta -. Attengono all’assenza di confronto e risposte da dare ai lavoratori su questioni che riguardano la gestione delle risorse umane, la formazione e riqualificazione professionale, il riassetto organizzativo, la contrattazione integrativa. Da troppo tempo – aggiungono i leader sindacali – si attendono invano risposte su tali temi e sistematicamente la Gesap elude il confronto e sulla gestione del personale procede, in tanti casi, unilateralmente con disposizioni e procedure che modificano di fatto l’organizzazione del lavoro”.
I rilievi sul futuro dei lavoratori
Le parti sociali stigmatizzano “l’atteggiamento di disimpegno aziendale che ha spinto tanti dipendenti a cercare giustizia nelle aule di Tribunali, determinando una crescita esponenziale del contenzioso del lavoro, e altri lavoratori in un limbo professionale che ha accresciuto un clima di tensione e di diffuso malessere”. “A tutto ciò si aggiunge l’incresciosa condizione per la quale Gesap disattende pure gli accordi e gli impegni sottoscritti”, aggiungono i segretari riferendosi all’attuazione del Piano strategico di riqualificazione e gestione delle efficienze e del Piano di formazione e riqualificazione professionale, previsti nel Contratto di espansione sottoscritto tra i sindacati, la Gesap e il ministero del Lavoro nell’ottobre del 2023. “Adesso attendiamo una convocazione d’urgenza da parte di Gesap per un confronto e risposte di merito per i lavoratori, in assenza delle quali ci troveremo costretti ad azioni di sciopero”, concludono i sindacalisti.