Affidamento degli stadi a soggetti privati: la palla è in mano al Consiglio comunale - QdS

Affidamento degli stadi a soggetti privati: la palla è in mano al Consiglio comunale

Affidamento degli stadi a soggetti privati: la palla è in mano al Consiglio comunale

venerdì 26 Aprile 2019

MESSINA – Alla fine le sollecitazioni di alcuni consiglieri comunali hanno avuto il loro effetto e la bozza del bando di affidamento degli stadi sembra pronta per essere esaminata dall’Aula.

La scorsa settimana è stata esitata dalla Giunta la delibera contenente le linee guida e l’indirizzo generale dei termini della concessione e gestione, che saranno messi a gara e si spera possano attrarre investitori in riva allo Stretto, dove da tempo non si vede più praticare calcio professionistico.

Ma l’operazione che si sta tentando con l’affidamento ai privati del Franco Scoglio e del Giovanni Celeste non ha soltanto connotazioni sportive ma anche sociali ed economiche, considerate le potenzialità di un indotto che può generare ricchezza se legato a un progetto credibile, con una squadra che funzioni. Un bando, quindi, che può rappresentare una svolta nelle ambizioni dei tifosi calcistici e del territorio in generale, capace di togliere al Comune i pesantissimi oneri della manutenzione per due strutture lasciate negli ultimi anni nel degrado.

Nella bozza gli spazi commerciali e il merchandising rappresentano un punto di forza della proposta, con il concessionario che potrà organizzare una serie di servizi – dalla ristorazione all’intrattenimento – pensati per consentirgli negli anni di rientrare dalle spese. Altro capitolo importante è quello della pubblicità all’interno degli impianti, che dovrebbe essere interamente gestita da chi si aggiudicherà il bando.

Non ancora definita la durata della convenzione: nella proposta iniziale si era parlato di 99 anni ma ci sono forti perplessità per una durata così lunga e vincolante per Palazzo Zanca e quindi si potrebbe optare per un periodo più limitato. Nel merito, sarà il Consiglio comunale a doversi pronunciare.

L’input politico-amministrativo verso l’affidamento a privati dei due stadi è scaturito durante i lavori del Salva Messina, con un emendamento proposto dal vice presidente del Consiglio Nino Interdonato e dal consigliere di LiberaMe Massimo Rizzo, poi approvato dall’Aula. I due consiglieri nelle scorse settimane hanno presentato alcune interrogazione in cui sollecitavano il sindaco Cateno De Luca a dare seguito a quell’emendamento voluto dal Consiglio. “Le casse comunali – ha detto Interdonato – non possono e non devono più essere appesantite dai costi di gestione delle due strutture. Su questa vicenda Messina si trova davanti a una grande occasione: quella di rivoluzionare lo sport locale, i suoi impianti e la sua economia, cosi come è già accaduto o sta accadendo in altre città”.

“Una linea politica strategica – ha concluso – impone agli amministratori di fare scelte a volte sofferte, ma di grande impatto, per riportare il calcio messinese nelle categorie verticistiche è necessario dunque creare interesse economico e attrarre imprenditori nel nostro territorio”.

Per Interdonato il bando deve prevedere un importante piano di investimenti sportivi, l’affidamento congiunto degli impianti Scoglio e Celeste con sfruttamento delle aree limitrofe, la possibilità di demolizione dello Stadio Celeste e la contestuale creazione di un centro sportivo di cui oggi la zona Sud della città è sprovvista.

Secondo Massimo Rizzo “l’unica speranza affinché possa svilupparsi un’azienda calcistica è creare le condizioni che consentano a un imprenditore di programmare negli anni un investimento e razionalizzare le spese attraverso la gestione. Peraltro, è l’unica soluzione, in considerazione della cronica carenza di risorse pubbliche, per evitare che le strutture siano abbandonate al loro triste destino”.

“Senza la gestione dello stadio – ha concluso – una società calcistica non può andare oltre il livello amatoriale e dilettantistico, lo insegnano le regole dello sport moderno e, a livello locale, la storia degli ultimi dieci anni. Il calcio è passione, ma anche volano per l’economia. La stagione agonistica volge al termine ed è necessario programmare il futuro”.

Lina Bruno

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