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“La casa deve essere un diritto”, in Sicilia volano gli affitti brevi ma le locazioni stabili diventano una chimera

“La casa deve essere un diritto”, in Sicilia volano gli affitti brevi ma le locazioni stabili diventano una chimera

Trovare casa in affitto a lungo termine diventa sempre più difficile. Il tema al centro di una conferenza organizzata da Sunia e Cgil Sicilia a Catania.

In Sicilia gli affitti brevi superano ormai le locazioni stabili, mentre trovare una casa in affitto a lungo termine diventa sempre più difficile. A Palermo nel 2023 si contano 5.981 affitti brevi contro 5.038 contratti di lungo periodo. A Catania, 3.680 affitti brevi e solo 2.416 contratti stabili. I dati dell’Osservatorio Immobiliare – recepiti dal Sunia Cgil Nazionale – confermano lo squilibrio: a Palermo appena 595 abitazioni destinate agli affitti lunghi, a fronte di quasi 6.000 brevi; a Catania le case disponibili per locazioni durature scendono a 252, mentre quelle per periodi turistici o transitori sono 3.689.

La tendenza regionale riflette quella nazionale: tra il 2019 e il 2023 i contratti di locazione a lungo termine in Italia sono calati del 19,13%, passando da oltre 508mila a 426mila. Nel frattempo sono aumentati gli affitti brevi, i contratti per studenti (+8%) e quelli transitori (+3,5%), con un fenomeno più marcato proprio nelle aree metropolitane.

In Sicilia volano gli affitti brevi, ma crollano quelli a lungo termine

I numeri sono stati presentati al Salone Russo di via Crociferi, a Catania, nel corso della conferenza stampa organizzata da Sunia e Cgil Sicilia. Descrivono un mercato immobiliare che, oggi anche in Sicilia, spinge verso l’instabilità. Al tavolo dei relatori si sono Giusi Milazzo, segretaria generale Sunia Sicilia; Angela Biondi, segretaria confederale Cgil Sicilia; Agata Palazzolo, segretaria generale Sunia Catania; e Valentina Di Magro, segretaria confederale Cgil Catania. Tutte hanno riaperto il dibattito sul diritto all’abitare in Sicilia, analizzando l’andamento attuale e i rischi futuri, partendo dai dati elaborati dal Sunia nazionale a partire dall’Osservatorio immobiliare.

“Le fasce più colpite sono giovani, famiglie a reddito medio-basso, lavoratori precari e anziani – ha spiegato Giusi Milazzo –. Tutti soggetti che non possono accedere all’acquisto e cercano un affitto stabile e sostenibile, oggi quasi introvabile. Il problema degli affitti brevi è maggiore nella aree metropolitane e pensiamo che riguardi Milano, Roma o Bologna ma non è più cosi. Dai dati emerge con chiarezza come i contratti per i lungo-residenti diminuisca drasticamente”.

Il problema degli sfratti

Quel che dai numeri non sembra “grave” è anche il problemi degli sfratti. La Sicilia registra nel 2023 un incremento del 3,22%, per un totale di 1.957 provvedimenti. A Palermo gli sfratti emessi sono aumentati del 4,20% (1.169 casi) e quelli eseguiti del 5,21% (343 casi). A Ragusa si rileva un incremento del 22,12% degli sfratti emessi e del 7,24% delle richieste di esecuzione, mentre a Enna le richieste salgono del 29%. A Catania, invece, i dati non sono disponibili.

“Si tratta di una rilevazione fatta male – ha spiegato rispetto al caso Giusi Milazzo -. Da quando si è insediato il Governo Meloni i dati del Ministero dell’Interno arrivano in ritardo e parziali”.

“Abbiamo voluto rifare un punto sulla condizione dell’abitare partendo in conferenza stampa dagli sfratti – ha dichiarato Angela Biondi –, perché è un tema centrale in questo momento di estrema difficoltà, in cui l’impoverimento cresce giorno dopo giorno. Senza un adeguamento ai salari e con la perdita di potere d’acquisto, la casa diventa sempre meno accessibile a famiglie, giovani e pensionati”

“Serve una politica pubblica”

“Dallo scorso anno chiediamo una legge che riformi l’intero sistema – ha aggiunto Biondo –. Non riguarda solo la riforma dell’Iacp, chiesta per la prima volta negli anni Settanta: da sola non basterebbe. Senza un riordino complessivo e nuove regole, le famiglie rischiano di entrare in un tunnel di povertà ancora più drammatico, da cui sarà difficile uscire”. Per Sunia e Cgil, quindi, manca una politica pubblica sull’abitare.

“Catania rischia di diventare una vetrina per turisti e un deserto per i suoi cittadini – ha commentato Valentina Di Magro –. Servono regole certe sugli affitti brevi e investimenti seri sull’edilizia residenziale: la casa deve tornare a essere un diritto, non un privilegio”.

Le richieste sindacali sono precise: aumento dei fondi nazionali per il sostegno all’affitto, ripristino delle risorse tagliate, e protocolli tra Comuni e Prefetture per garantire il passaggio “da casa a casa” prima di ogni sfratto.

“Restituire centralità al diritto all’abitare – ha concluso Agata Palazzolo – non è più solo un’urgenza sociale, ma una condizione necessaria per la coesione e il futuro delle comunità siciliane”.

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