"Stretto coordinamento" tra Usa e Italia in vista del G7. Approccio comune al summit della prossima settimana. L'evacuazione "una delle più difficili della storia". Al Qaeda e Isis ancora presenti
Colloquio telefonico tra il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e il presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, i quali hanno parlato degli “ultimi sviluppi” in Afghanistan.
Lo riferisce una nota della Casa Bianca, secondo la quale i due leader “hanno discusso dell’importanza di uno stretto coordinamento” tra il personale militare e civile dei due Paesi.
A Kabul Usa e Italia “stanno lavorando insieme instancabilmente per evacuare in sicurezza i loro cittadini, gli afgani che hanno coraggiosamente sostenuto noi e la Nato nello sforzo bellico e altri cittadini afghani vulnerabili”.
Biden e Draghi, prosegue la nota, “hanno accolto con favore l’opportunità per il G7 di pianificare un approccio comune sull’Afghanistan al summit in formato virtuale dei leader della prossima settimana”.
Evacuazione difficile
Biden, alla Casa Bianca, ha detto che “Gli Stati Uniti sono l’unico Paese al mondo a poter organizzare un’evacuazione del genere e rispetteranno i loro impegni”, rendendo noto che “dal 14 agosto gli Usa hanno evacuato dall’Afghanistan circa tredicimila persone”.
Il Presidente ha ammesso però che gli Stati Uniti non sanno esattamente quanti americani siano rimasti in Afghanistan o dove si trovino.
L’operazione di evacuazione da Kabul è “una delle più difficili della storia”, ha detto, affermando che non è in grado di garantire “l’esito finale” di questa rischiosa operazione.
Gli alleati Usa non stanno sollevando “la questione della nostra credibilità”, ha spiegato ancora Biden parlando alla Casa Bianca, dove ha ribadito che gli Stati Uniti non hanno più alcun interesse nazionale in Afghanistan dopo la sconfitta di Al Qaida.
Al Qaeda e Isis ancora presenti
In realtà il portavoce John Kirby ha precisato: “Sappiamo che al Qaeda e l’Isis sono ancora presenti in Afghanistan”.
Ha poi spiegato che, tuttavia, “non c’è una presenza abbastanza significativa da diventare una minaccia per gli Usa”
“Il numero – ha aggiunto – non è esorbitantemente alto ma non abbiamo una cifra esatta perché la nostra capacità di raccolta di informazioni in Afghanistan non è più quella di una volta”.