Ha sottolineato la necessità di tenere aperto un canale anche dopo il 31 agosto per avere la possibilità di riportare in Italia altre persone. I nostri connazionali italiani che non vogliono tornare
Nel corso del G7 sulla crisi in Afghanistan, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha spiegato che l’obiettivo è riuscire a concludere in sicurezza le operazioni di evacuazione a Kabul entro fine agosto.
In merito, il premier ha sottolineato la necessità di “mantenere un canale di contatto anche dopo la scadenza del 31 agosto e la possibilità di transitare dall’Afghanistan in modo sicuro”.
“Inoltre”, ha affermato Draghi, “dobbiamo assicurare – sin da subito – che le organizzazioni internazionali abbiano accesso all’Afghanistan anche dopo questa scadenza”.
Draghi ha reso noto che le risorse prima destinate alle missioni militari afghane, circa centoventi milioni di euro, saranno destinate a aiuti umanitari e ha chiesto agli altri Paesi di fare lo stesso.
Il premier italiano ha parlato anche della sfida di gestire un flusso di migranti di considerevoli dimensioni, soprattutto a livello europeo, dove occorre compiere “sforzi enormi”.
L’implicita critica sta nel fatto che l’Italia è stata lasciata sola nella gestione delle migrazioni nel Mediterraneo.
Secondo Draghi, poi, sull’Afghanistan occorre anche, a livello di G20, un’intesa coordinata con Paesi che hanno un’influenza di rilievo su Kabul e i talebani, dalla Russia alla Cina, dall’Arabia Saudita all’India e alla Turchia.
La situazione illustrata da Di Maio
A oggi, dall’Afghanistan “abbiamo evacuato tutti gli italiani che ci hanno chiesto di lasciare il Paese, rispondendo alla comunicazione inviata dall’Ambasciata”.
“Abbiamo portato in Italia quasi 2.700 afghani, principalmente collaboratori delle istituzioni italiane, a partire dal nostro contingente militare, e loro familiari”, ha dichiarato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, intervenendo sulla crisi afghana e sui suoi sviluppi davanti alle Commissione riunite Affari esteri e Difesa di Camera e Senato.
“Un numero destinato a crescere, considerati circa mille afghani già in sicurezza in aeroporto e previsti imbarcarsi sui prossimi voli italiani”, ha aggiunto.
In Afghanistan “ci sono ancora 32 italiani che non vogliono tornare”, ha reso noto il ministro.
Secondo Di Maio, qualora alcuni di loro dovessero cambiare idea, l’Italia è pronta a rimpatriarli negli ultimi giorni del processo di evacuazione da Kabul.