Agenzie fiscali nel caos: “Così lotta a evasione è utopia” - QdS

Agenzie fiscali nel caos: “Così lotta a evasione è utopia”

Patrizia Penna

Agenzie fiscali nel caos: “Così lotta a evasione è utopia”

mercoledì 22 Gennaio 2020

Domani blocco degli uffici per due ore in tutta Italia per protestare contro le gravi carenze organizzative. I sindacati: “Carenza personale non permette di coprire servizi essenziali”. Forastieri, Garante Contribuente per la Sicilia: “Criticità derivano anche da normative che penalizzano i cittadini”

ROMA – Blocco degli uffici dell’Agenzia delle Entrate e delle Dogane e dei Monopoli domani per due ore, dalle ore 10 alle ore 12, con assemblee che paralizzeranno la macchina fiscale in occasione del Fisco-day e, il 6 febbraio, manifestazione nazionale a Roma dei lavoratori delle agenzie Fiscali davanti al Mef, insieme ad altre nelle maggiori città.

È il crono programma della protesta messa in campo da Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa, Confsal Unsa e Flp “a difesa di un fisco giusto, del loro diritto a fornire servizi adeguati ai cittadini” perché con le attuali carenze ipotizzare un recupero pari a tre miliardi dalla lotta all’evasione “è un’utopia”.
I lavoratori delle agenzie, già in stato di agitazione, “stanno operando – fanno sapere i sindacati – con una carenza di personale che non permette ormai nemmeno più di coprire i servizi essenziali, figuriamoci fare la lotta all’evasione fiscale. Inoltre, non percepiscono da oltre due anni il salario di produttività, nonostante tutti gli obiettivi fissati dalle convenzioni con il ministero dell’Economia siano stati puntualmente raggiunti”.
A tutto questo, incalzano in una nota, “si aggiunge il taglio continuo dei fondi per i lavoratori, un’organizzazione obsoleta e la paralisi dovuta all’assenza di un interlocutore, in quanto la politica non è stata capace di nominare né i direttori dell’Agenzia, nomine di competenza governativa, né i comitati di gestione, la cui nomina spetta invece al solo Ministro dell’Economia”.

Sinora, proseguono i sindacati, “abbiamo atteso con molto senso di responsabilità perché il governo aveva promesso soluzioni ai problemi da noi posti con il decreto fiscale e la successiva legge di Bilancio” ma dopo la cancellazione dell’incontro del 10 dicembre con il viceministro Antonio Misiani, “il Governo è sparito dai nostri radar e le promesse fatte sono state disattese completamente”, attaccano i sindacati.
“La stessa questione della dirigenza e delle figure di coordinamento intermedie sembra ormai un drammatico gioco dell’oca: sono state istituite per legge posizioni professionali che rischiano di essere bocciate dalla Corte Costituzionale, che dovrà pronunciarsi sulla loro legittimità il prossimo 25 febbraio. Qualora ciò dovesse accadere, le agenzie sarebbero riportate alla ‘casella di partenza’, senza direttore generale, senza comitato di gestione e senza dirigenti”, affermano i sindacati.
Nel frattempo, però, aggiungono, “continuiamo ad assistere alle passerelle televisive dei nostri governanti che assicurano che nel 2020 dalla lotta all’evasione fiscale arriverà un tesoretto di oltre tre miliardi. Nella situazione attuale questa è un’utopia e i lavoratori del Fisco non vogliono rendersi complici di un buco nel bilancio dello Stato che è attribuibile esclusivamente a coloro che non si stanno occupando di investire nella macchina fiscale e nei suoi lavoratori”, sottolineano.

“Per l’agenzia delle Dogane e dei Monopoli la prima scadenza è ancor più ravvicinata: il 31 gennaio è prevista la Brexit, con un aumento esponenziale dei traffici merci sull’Italia, e l’agenzia non ha il personale per fronteggiare una probabile emergenza, né i soldi per il pagamento dei servizi istituzionali e delle indennità previste per legge. Stiamo difendendo i nostri salari ma soprattutto il nostro diritto/dovere di lavorare per lo Stato e i suoi cittadini in maniera concreta ed efficace, con un’organizzazione moderna e funzionale”, concludono Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa, Confsal Unsa e Flp.
Le carenze di tipo organizzativo che sembrano destinate a determinare una paralisi dell’Amministrazione finanziaria, non sono però l’unico problema con il quale il Governo nazionale dovrà fare prima o poi i conti.

Con riferimento alla Sicilia, ad esempio, l’anno scorso sono arrivate 402 richieste di aiuto dai contribuenti, al Garante del Contribuente, Salvatore
Forastieri, di cui 292 accolte, oltre a 5 pareri di irregolare o mancato funzionamento degli uffici finanziari.
Nella relazione di fine anno del Garante del Contribuente, emergono le tante criticità del Fisco che continuano a mietere “vittime” tra i contribuenti. Quello tra Fisco e cittadino, si legge nel documento, continua ad essere un rapporto travagliato. “Non tanto – spiega Forastieri – per il comportamento degli Uffici fiscali che qui in Sicilia, anche grazie alle precise direttive del Direttore Regionale, risultano abbastanza allineati ai principi dello Statuto dei Diritti del Contribuente, quanto per l’esistenza di una normativa che penalizza i contribuenti, specialmente quelli che, segnati dall’indigenza e, quindi, non potendo avvalersi di consulenti adeguati, spesso non riescono a far fronte ai numerosissimi adempimenti fiscali per rispettare i quali appare necessario affidarsi, invece, a professionisti del settore ben preparati”.
Forastieri auspica l’attivazione di un tavolo tecnico per la semplificazione dei rapporti tra fisco e contribuenti “principalmente, per eliminare quella ‘zona grigia’ nella quale prolifica l’evasione e tutto il malaffare, più in generale, oppure quella zona nella quale è permessa l’esistenza di ‘ingiustizie supportate dalla legge’ che causano tanta diffidenza dei cittadini verso il Fisco”.

Patrizia Penna

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