Catania, aggressione alla coreografa Valeria Geremia: il racconto - QdS

Circondata e aggredita da 4 ragazzini a Catania, la coreografa Valeria Geremia: “Città allo sbando”

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Circondata e aggredita da 4 ragazzini a Catania, la coreografa Valeria Geremia: “Città allo sbando”

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venerdì 03 Giugno 2022

La coreografa parla di Catania come di una "città allo sbando" dopo l'aggressione subìta negli scorsi giorni. Ecco il suo racconto.

Terribile episodio di violenza e aggressione a Catania: la vittima del brutto gesto è la danzatrice e coreografa, Valeria Geremia.

La donna sarebbe stata colpita alla testa e ferita mentre attraversava sulle strisce pedonali da un gruppo di ragazzini in scooter, poi fuggiti. Non sono chiare le motivazioni del gesto, ammesso che una spiegazione per tanta brutalità possa esistere.

Aggressione a Valeria Geremia a Catania

L’episodio si è verificato in piazza San Placido, nel centro storico di Catania, intorno alle 22,30 dello scorso mercoledì. Secondo la testimonianza di Valeria Geremia, che ha denunciato i fatti alla polizia, 4 ragazzini in scooter l’avrebbero circondata e aggredita mentre si trovava in strada.

La donna, che oltre a essere una ballerina è anche insegnante di yoga e operatrice di Shatsu, ha denunciato e raccontato tutto alle forze dell’ordine.

“Ho cominciato a urlare e a piangere e la piazza che era colma di gente subito si è svuotata. Nessuno mi ha aiutato. Solamente una coppia dopo cinque minuti si è avvicinata e ha chiesto timidamente se fosse successo qualcosa”. Così si legge nel suo racconto.

Fortunatamente le conseguenze dell’aggressione non sono state gravi per Valeria Geremia, ma il trauma c’è ed è evidente. “Oggi ho fatto una Tac e fortunatamente è tutto a posto. È stata una esperienza terribile. Oramai siamo quattro zombie. Camminiamo senza empatia. Siamo abituati a vedere tutto tranne de visu. Forse pensavano che non fosse una persona vera, che fosse un video su Tik Tok”.

Valeria Geremia parla di Catania come di una “città allo sbando“.

“Comprendo le periferie dove i ragazzi crescono a pane e illegalità ma bisogna creare un canale, un dialogo, non so come, verso queste fette della società. Che ci sia un controllo ma occorre anche aprire dei canali d’entrata, un linguaggio che arrivi in queste zone”, commenta.

Il Codacons offrirà assistenza legale alla vittima.

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