CATANIA – Agricoltura siciliana al capolinea? In Sicilia Orientale sembra di sì. Cia e Confagricoltura Catania hanno lanciato un ultimo appello al Governo regionale e chiesto a Roma l’approvazione della declaratoria dei danni per esonerare le aziende agricole dal pagamento di imposte e tributi.
Un via libera che manca ormai da due mesi e che sostanzialmente sta condannando gli agricoltori siciliani ad altre potenziali perdite economiche. È come se il Governo avesse chiesto alle imprese dell’Emilia-Romagna colpite dall’alluvione 2023, e per cui è stato riconosciuto come per la Sicilia uno stato di emergenza nazionale, di rispettare tutti gli adempimenti fiscali.
Agricoltura siciliana, l’appello per la Sicilia Orientale
Una situazione paradossale che in regione si associa alla mancanza di un assessore all’Agricoltura in carica. Il Tribunale del Riesame ha confermato la misura di sospensione dai pubblici uffici dell’ex vicepresidente e assessore Luca Sammartino e per una nuova nomina, in pole Salvatore Barbagallo, bisognerà aspettare dopo Ferragosto.
“È tutto più difficile senza un assessore all’Agricoltura – ha ammesso il presidente di Confagricoltura Catania Giosuè Arcoria – il Presidente della Regione (che in Sicilia ha assunto l’interim ndr) non può pensare a tutto”.
Nel frattempo, gli agricoltori della Sicilia Orientale si sono riuniti alla Camera di Commercio di Catania sotto le sigle di Cia e Confagricoltura provinciale appunto, ammettendo di non avere “più fiato in gola”. Parlano di “miopia politica” dal momento in cui “si assiste alla corsa sfrenata di chi si vuole accollare i meriti di piccoli interventi o promesse di finanziamento, mentre per anni di disastri legati ad opere incomplete, condotte fatiscenti, sprechi nella distribuzione e perdite copiose, appesantimenti burocratici e costi sull’insularità, nessuno si assume la responsabilità”.
Le richieste di Cia Sicilia Orientale e Confagricoltura Catania
Da Catania, il commissario facente funzioni di presidente di Cia Sicilia Orientale Giosuè Catania e il presidente di Confagricoltura etnea Giosuè Arcoria hanno ribadito le richieste delle associate per sopravvivere al dramma scatenato dalla crisi idrica e il cambiamento climatico. Oltre la declaratoria dei danni, quindi l’attuazione delle misure di sospensione e deroga di tutti i pagamenti e i debiti in capo alle aziende, hanno domandato l’esonero dal pagamento dei ruoli consortili degli ultimi due anni.
Inoltre, l’individuazione di ristori economici urgenti e straordinari per aiutare le aziende. Per contrastare la siccità le imprese agricole siciliane della Sicilia Orientale chiedono sia recuperata più acqua possibile. Tra le misure economiche di sostegno, gli agricoltori hanno chiesto di facilitare l’accesso al credito per sia per superare la crisi attuale che per investire in azioni per affrontare il cambiamento climatico in agricoltura. Chiedono in particolare l’erogazione di mutui a medio e lungo termine a tasso zero per favorire la ripresa della produzione.
I drammatici numeri in Sicilia
“I pochi segnali registrati non bastano e nessuno oggi può ritenersi soddisfatto degli insufficienti interventi finanziari previsti per far fronte a una crisi senza precedenti”, hanno ribadito Giosuè Catania e Giosuè Arcoria. Almeno 200 ettari di agrumeti sono stati già abbandonati in tutta la provincia, manca l’80% del foraggio, la produzione generale è calata del 60%. Nel catanese, manca il 50% dell’acqua dalle dighe.
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“Parliamo – hanno spiegato le due associazioni – di 260 milioni di metri cubi di acqua di cui solo 120 milioni utilizzabili. Se ci sarà un riavvio del prelevamento dell’acqua dalla Diga di Lentini – ha specificato Catania – questo avverrà forse solo nelle prossime settimane”.