Agricoltura

Gli agrumi e l’olio a rischio, l’autunno dell’agricoltura siciliana: “Stagione difficile”

Anche per l’agricoltura siciliana ha inizio l’autunno e sarà un periodo pieno di incognite dopo la siccità degli ultimi mesi.

Il QdS.it, ha cercato di capire, interpellando le associazioni di categoria cosa ci aspetta per questa stagione e se le iniziative finora messe in atto sono adeguate e quale strada intraprendere per rilanciare il settore.

Agricoltura siciliana, previste perdite in vista dell’autunno

Rosario Marchese Ragona, presidente regionale di Confagricoltura, fa il punto sulla situazione: “Ci sono danni ormai conclamati: – ha sottolineato – una riduzione di produzione sulle uve da mosto e sugli uliveti, come non mai. Sulle uve da mosto si parla di un -30% rispetto all’anno scorso quando già avevamo visto una riduzione notevole. Per le olive si parla di oltre il 50% di calo della produzione. Quest’anno non solo sono andati compromessi i frutti ma anche le piante e per quanto riguarda gli arboreti in generale, ritengo che avremo delle conseguenze di qua avvenire”.

Niente acqua negli invasi

Il presidente regionale di Confagricoltura Sicilia pone l’accento sulla mancanza d’acqua negli invasi e della mancanza di pulizia dei canali. “Vero è che c’è stato qualche giorno di pioggia ed è vero che ancora la stagione è lunga ma non è arrivata completamente acqua negli invasi – afferma Marchese Ragona -. Quindi, è tutta una situazione in divenire, ci auguriamo che possa piovere e che gli invasi si possano riempire ma ci auguriamo altrettanto che gli enti competenti e preposti ciò, creino le condizioni per invasare l’acqua. Noi, ad oggi, non abbiamo visto la pulizia dei canali, lo sfangamento delle dighe“.

“Leggiamo di articoli di giornali in cui si parla di stanziamenti per grandi opere, depuratori e altro, ma non abbiamo notizie della minima pulizia dei canali di scolo, di sfangamento e di collaudo delle dighe o quant’altro. La Sicilia – prosegue – ha oltre venti dighe non collaudate e che quindi non possono invasare tutta l’acqua che dovrebbero. Ci auguriamo che ci sia maggiore attenzione da parte degli enti preposti affinché, quando piove, l’acqua possa essere invasata e servire poi all’utilizzo nelle prossime campagne agrarie, in primavera e in estate, per le nostre colture che già escono stressate e danneggiate da questa estate trascorsa”.

I problemi dell’agricoltura siciliana in autunno e la soluzione dei dissalatori

Marchese Ragona pone l’accento sull’utilità dei depuratori ma sottolinea come anche i dissalatori possano venire utilizzati nel comparto agricolo: “Leggiamo sui giornali di un finanziamento per i depuratori: il riutilizzo delle acque reflue è stata sempre una battaglia di Confagricoltura. Qualcosa, a livello normativo è cambiata, quindi il fatto che alcuni comuni possano essere dotati di depuratori e l’acqua possa essere riutilizzata per usi agricoli è un grande risultato”.

“Per i dissalatori occorre intervenire nell’immediato. Abbiamo letto sui giornali che la Regione va sulla strada dei dissalatori anche se quelli di cui si parla servono ad usi civili e potabili, dunque non per l’agricoltura. Auspichiamo che anche per il nostro settore si possano utilizzare come avviene in altre parti del mondo. Il costo energetico – conclude il presidente regionale di Confagricoltura – può essere abbattuto creando impianti di energia alternativa o chiedendo delle royalties ai grossi fondi che stanno investendo in Sicilia per costruire gli impianti di fotovoltaico”.

Gibiino (Coldiretti): “Difficile fare prospettive per l’autunno”

Per Coldiretti è intervenuto ai nostri microfoni Ignazio Gibiino, presidente dell’associazione ad Agrigento e vice presidente a livello regionale. “È stata un’estate difficilissima, – ha dichiarato – fare delle prospettive chiare per l’autunno e per l’inverno è molto complicato, però, sicuramente, degli strascichi l’estate appena trascorsa ce li sta lasciando per le colture dei prossimi mesi. Il primo pensiero va agli agrumi che hanno vissuto una stagione estiva molto difficile sia per scarsità d’acqua, sia per le difficoltà che ci sono state nei consorzi di bonifica: sappiamo che i bacini si sono spesso ritrovati con ridotti quantitativi d’acqua da poter distribuire e in molti casi ci sono state anche delle difficoltà nella distribuzione”.

“Dall’autunno ci aspettiamo degli agrumi che magari non potranno avere la pezzatura a cui siamo abituati ma che siano comunque prodotti d’alta qualità. In generale, – prosegue Gibiino – quest’estate abbiamo veramente assistito alla guerra dell’acqua, una coperta corta che si è cercato di tirare dall’una e dall’altra parte per coprire le massime deficienze che purtroppo negli anni si sono accumulate per una scarsa gestione dei consorzi di bonifica ma anche perché, comunque, tante infrastrutture potevano essere completate o si poteva trovare una soluzione alle grandi perdite che noi abbiamo sempre lamentato negli anni come organizzazione Coldiretti”.

Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI

Perdita di oltre il 40% d’acqua piovana

Gibiino parla dell’inefficienza della rete di distribuzione idrica. “Abbiamo sempre detto che la Sicilia perde più del 40% dell’acqua che piove e quest’anno non c’è stata nemmeno quella, – ha dichiarato – però sicuramente avremmo potuto puntare su quantitativi di molto superiori se la rete di distribuzione fosse stata efficiente, se i bacini che sono stati progettati fossero stati completati e se fosse stata fatta l’ordinaria manutenzione degli invasi. Avremmo potuto contare su volumi più importanti per affrontare quest’estate particolarmente siccitosa”.

“Ci sono state difficoltà nella gestione dell’acqua ai fini dell’irrigazione degli ortaggi, addirittura si voleva tagliare l’acqua, da parte dei consorzi di bonifica, per queste coltivazioni. Tutto questo – continua Gibiino – si traduce nel fatto che avremmo potuto investire molto di più in orticoltura e proprio per mancanza di risorse idriche non abbiamo potuto”.

Agricoltura, “prezzi di mercato ridicoli”

Il vice presidente regionale di Coldiretti evidenzia le difficoltà che potrebbero nascere per l’agricoltura siciliana nel caso in cui non ci fossero piogge nei mesi dell’autunno e dell’inverno. “Se non dovesse piovere, nei prossimi mesi – afferma – ci sarebbero grandi difficoltà anche per le semine: oggi i terreni si trovano compattati, duri, secchi e non si è prodotto, in molte parti della Sicilia non si è raccolto completamente nulla, mi riferisco soprattutto al grano e oggi abbiamo prezzi di mercato ridicoli”.

“Non abbiamo nemmeno guadagnato niente perché non si vende il prodotto siciliano; forse c’è più appetito di prodotto straniero, spesso di scarsa qualità, che di quello nostro. E quel poco che si vende, perché sono veramente modesti i volumi di grano che oggi vengono commercializzati, si vende a prezzi veramente ridicoli, incapaci di coprire i costi di produzione. Come Coldiretti – dichiara ancora Gibiino – siamo usciti con un articolo in cui si parla della necessità e l’urgenza, per affrontare la nuova campagna di semina 2024-2025, di investimenti da parte della Regione e da parte dello Stato”.

Secondo Gibiino bisognerebbe prendere per l’agricoltura gli stessi provvedimenti presi per gli allevatori. “Oggi, molti agricoltori, soprattutto nell’entroterra, le zone più difficili, – dice Gibiino – non sono proprio nelle condizioni di potere affrontare una nuova campagna di semina, proprio perché non hanno raccolto nulla e hanno investito, durante l’inverno passato, per un raccolto che non hanno fatto. Ci vorrebbe un sistema di voucher, com’è successo per il fieno; abbiamo infatti aiutato gli allevatori nei problemi legati alla reperibilità e la mancanza di fieno in Sicilia con rete voucher. Lo abbiamo chiesto come Coldiretti alla Regione Sicilia e poi si è innescato tutto un sistema che sta funzionando: consegniamo infatti settimanalmente fieno a chi ne ha fatto richiesta e uno stesso sistema deve essere concepito anche per gli agricoltori: voucher per l’acquisto delle sementi per affrontare la nuova stagione”.

Senza agricoltura la Sicilia rischia lo spopolamento

Il vice presidente regionale di Coldiretti evidenzia l’importanza del settore agricolo per la nostra regione. “Senza l’agricoltura – afferma Gibiino – la Sicilia ovviamente non ha le ali per decollare, perché campiamo principalmente di quello e senza agricoltura, soprattutto nell’entroterra siciliano significa innescare ancor più i processi di spopolamento a cui assistiamo da anni. Sicuramente, con queste prospettive l’autunno e l’inverno che ci aspettano saranno tra i più difficili in assoluto”.

Il vice presidente regionale di Coldiretti evidenzia come i depuratori siano una soluzione positiva per l’utilizzo in agricoltura e conclude ponendo l’accento anche sulle altri provvedimenti da prendere per il comparto siciliano. “I depuratori – afferma – sono sicuramente un’ottima soluzione se funzionano ovviamente nel modo migliore possibile. Significa che poi, l’acqua da utilizzare ai fini agricoli è salubre; i dissalatori potrebbero essere una soluzione per l’uso civile ma è molto più difficile l’uso in agricoltura per i costi enormi che gravano sui processi di dissalazione. Quello che chiediamo oggi, è mettere in piedi progetti e programmazioni per lo sviluppo del funzionamento di infrastrutture che già esistono. Mi riferisco, ad esempio alla diga Gibesi, nella zona tra Sommatino, Naro e Campobello di Licata, una diga progettata che potrebbe dare acqua alla piana di Licata assetata da anni e per l’oro verde nella zona dell’agrigentino. C’è anche la diga Comunelli nel territorio di Butera nel nisseno: è piena di fango, non si è fatta mai manutenzione ed è un bacino ridotto al minimo quando invece potrebbe essere funzionale a tutta un’area. Ci sono poi una serie di sistemi ci canalizzazione che potrebbero essere utilizzati per migliorare le infrastrutture che già esistono”.