Due anni prima della tragedia la ragazza era stata vittima di una violenza sessuale di gruppo che è stata ripresa con i telefoni cellulari.
Ieri, domenica 19 febbraio 2023, in onore di Alice Schembri che si è suicidata ad Agrigento nel maggio 2017, sono state depositate diciassette rose bianche, tante quanto l’età della ragazza, alla Rupe Atenea di Agrigento, luogo da cui la diciassettenne si è lanciata nel vuoto.
Alla commemorazione, organizzata dall’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Agrigento, rappresentato dal vicepresidente Piero Luparello, dal tesoriere Gino Cacciatore e da Leo Russo che ha definito la ragazza “un angelo”, insieme con il sindaco Franco Miccichè, erano presenti diversi cittadini, le compagne di scuola della ragazza e una delegazione del Liceo scientifico “Leonardo” che la giovane frequentava.
Il vicepresidente dell’Ordine Piero Luparello ha affermato: “Rendiamo omaggio alla memoria di una ragazza che non ha avuto la possibilità di vivere in un contesto sociale fatto di amore, dedizione al prossimo, condivisione di valori. La nostra società, oggi, va verso l’egoismo, la sopraffazione e la violenza e chi non riesce a portare dentro un peso così grande, talvolta compie delle scelte estreme che possono essere evitate se nel contesto sociale c’è la possibilità di aiutare le persone a superare drammi di questo genere. La ragazza non ce l’ha fatta. Portava un peso più grande di lei. Ricordiamola come vittima di una società fatta di violenza e soprusi, nella speranza che il futuro possa riservarci aspettative migliori”.
Chiuse le indagini sul branco
Due anni prima della tragedia la ragazza era stata vittima di una violenza sessuale di gruppo che è stata ripresa con i telefoni cellulari. Luisa Bettioli e Giulia Amodeo, magistrati della Procura di Palermo, hanno fatto recentemente notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di due ventisettenni. Altri due, all’epoca dei fatti minorenni, risultano indagati dalla Procura dei minori di Palermo.
“Esorto tutti – è intervenuto Franco Miccichè, sindaco di Agrigento – a usare meno i telefonini, i social, a sognare di più perché i sogni spesso si avverano. Basta crederci. Ed esorto il legislatore a formulare leggi e pene più dure perché questi reati sembra siano in aumento”.
Alice, un angelo vittima di una società violenta
“C’è un angelo qui – prosegue Leo Russo – che non riusciamo a vedere. Credo sia giusto fare una preghiera che arrivi più lontano possibile raggiungendo i cuori dei ragazzi. I giovani non possono essere questo ma ben altra cosa e noi abbiamo bisogno di loro, della loro educazione e del loro rispetto. Non certo di violenza alla quale diciamo, a gran voce, basta”.
“Un angelo – ha aggiunto Gino Cacciatore, tesoriere dell’Ordine dei medici – vittima della società, la peggiore che possa esserci, ne ha pagato le conseguenze. Oggi ricordiamo quanto accaduto con la speranza che fatti di questo genere, che hanno segnato non poco la nostra comunità, non abbiano più a verificarsi”.