Cittadini e amministratori locali hanno chiesto una maggiore attenzione al Governo nazionale. Tanti episodi preoccupanti, da Lampedusa a Siculiana, passando per la città capoluogo
AGRIGENTO – Non si fermano gli sbarchi a Lampedusa e con essi le proteste dei cittadini, che chiedono la costruzione di un ospedale e che il centro di prima accoglienza in contrada Imbriacola venga chiuso. “Basta al commercio di carne umana – hanno detto gli esponenti del comitato cittadino Attilio Lucia, Giacomo Sferlazzo e Rosario Costanza – vogliamo che vengano tutelati i nostri i diritti. Lampedusa ha bisogno di altro, a partire dalle iniziative a sostegno delle imprese per rilanciare il turismo”.
Quelli appena trascorsi sono stati giorni di grandi tensioni: prima lo sfregio alla Porta d’Europa, imballata con dei sacchi e ricoperta di nastro adesivo, un messaggio che qualcuno ha voluto lanciare e che sembra non avere altre possibili interpretazioni se non quella di simboleggiare la chiusura verso i profughi. Poi, le fiamme per alcune imbarcazioni utilizzate dai migranti per arrivare sulle coste siciliane.
“Metteremo tutto l’impegno possibile – ha affermato il procuratore aggiunto Salvatore Vella – per fare luce su questi episodi d’intolleranza, che non rendono giustizia alla solarietà del popolo di Lampedusa e che possono danneggiare seriamente il turismo, fonte di ricchezza dell’isola. Lampedusa non può diventare un luogo di guerriglia urbana”.
Le tensioni hanno preceduto la visita istituzionale del ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, giunto sull’isola insieme a Pietro Bartolo, europarlamentare e vice presidente della Commissione Libertà civili del Parlamento Europeo. “Lampedusa – ha detto il ministro – è luce, bellezza e deve tornare a splendere. Ogni sfregio all’Isola, ogni offesa, ogni crimine è un crimine contro l’umanità”.
“Chi incendia i barconi – ha commentato il sindaco Totò Martello – lasciati ammassati da un pezzo di Stato, va condannato senza se e senza ma. Sono subdoli provocatori nell’ombra. Attenzione a non fare il loro gioco: lo scenario che verrà, anche con nuovi sbarchi, l’amministreremo comunque bene e i turisti, come i lampedusani, non vedranno mai un migrante sul corso o in spiaggia”.
Anche a Siculiana la popolazione è scesa in piazza, con il sindaco Leonardo Lauricella, per chiedere la chiusura del centro Villa Sikania, dove alcuni migranti sono fuggiti creando preoccupazione tra le famiglie. “Oltre all’emergenza del Covid-19 – ha detto il primo cittadino – dobbiamo fare i conti con l’emergenza migranti. Abbiamo più volte detto che la struttura non è idonea ad accogliere i rifugiati e ribadito più volte il fatto che il centro va chiuso. Chiediamo una maggiore attenzione da parte del Governo”.
Anche ad Agrigento alcuni migranti, ospitati in una struttura di viale Cannatello per un periodo di quarantena, si sono dati alla fuga creando tensione tra la popolazione. “Il centro – ha detto il sindaco Lillo Firetto – va immediatamente chiuso. È una struttura inadeguata”.