AGRIGENTO – La provincia sta vivendo una crisi idrica senza precedenti. Gli invasi sono vuoti, continua a non piovere, e l’unica soluzione per evitare davvero di restare a secco è cercare più pozzi possibili. Dopo la riunione che si è svolta il giorno di Ferragosto in Prefettura, il capo della Protezione civile regionale è tornato a strillare agli amministratori locali: “La ricerca e l’uso di pozzi esistenti ma abbandonati, insabbiati o guasti è la strada più efficace per fornire più acqua in tempi rapidi, uno, due mesi, per fronteggiare l’emergenza idrica. Pertanto invitiamo, ancora una volta, i sindaci che non hanno ancora provveduto ad agire, esercitando tutti i poteri di prima autorità di protezione civile, individuando pozzi utili e requisendoli, se occorre, al fine di acquisire sufficiente autonomia per dipendere sempre meno da Siciliacque”.
Il sindaco di Agrigento, Franco Miccichè, in questi giorni ha incontrato Cocina alla presenza anche degli assessori Gerlando Principato, Gerlando Piparo, il dirigente della Protezione civile regionale sezione Agrigento, Calogero Crapanzano e il geologo Paolo Vizzì, per fare il punto sulle attività di ricerca dei pozzi esistenti e un piano d’azione per incrementare la dotazione idrica in città. “Il reperimento dei pozzi – ha detto il primo cittadino – costituisce un rimedio a breve termine, concretizzabile più rapidamente per tamponare l’emergenza in corso. Le soluzioni più a lungo termine sono invece i dissalatori”. Poi ha aggiunto: “Questo incontro testimonia come l’unione fa la forza, e che una collaborazione sinergica e costante tra tutte le parti preposte a ricercare le migliori soluzioni è la ricetta più adatta per raggiungere risultati concreti e duraturi”.
Oltre ai dissalatori, però, Agrigento ha bisogno di una nuova rete idrica che non faccia “acqua da tutte le parti”. Il governatore Renato Schifani ha annunciato che con l’assestamento del bilancio, potrà anticipare dieci milioni di euro per fare in modo che i lavori di rifacimento della rete idrica possano iniziare in tempi immediati e concludersi entro un anno, così come previsto contrattualmente. “Questo – ha detto Schifani – è l’impegno del mio governo, che manterremo. Siamo mobilitati sulla lotta alla siccità con la realizzazione di nuovi pozzi, ma anche per interventi sulle infrastrutture idriche. In quest’ottica, nel Fondo sociale di coesione che ho firmato a maggio con la premier, per Agrigento abbiamo già previsto 37 milioni di euro. Risorse che saranno disponibili l’anno prossimo e per questo motivo procederemo a un’anticipazione della Regione per avviare subito i lavori”.
Dunque si deve correre ai ripari e si devono trovare tutte le soluzioni per fronteggiare questa grande crisi idrica che sta mettendo in ginocchio soprattutto gli agricoltori, che ancora una volta sono tornati a protestare in una manifestazione spontanea in contrada Cifota, sull’argine del Verdura, in territorio comunale di Villafranca Sicula. “Il commissario regionale per l’Emergenza idrica in agricoltura e zootecnia Dario Cartabellotta ha annunciato il via libera all’attingimento di almeno quarantamila metri cubi di acqua dalla traversa Favara di Burgio del fiume Sosio Verdura e dalla vasca della centrale idroelettrica dell’Enel”, ha fatto sapere il sindaco di Burgio Vincenzo Galifi, uno dei quattro Comuni, insieme a Caltabellotta, Chiusa Sclafani e Villafranca Sicula che, per la loro posizione, a monte dell’alveo, necessitano di manovre specifiche per potere ricevere i volumi idrici utili ad irrigare gli agrumeti.
Intanto il responsabile alla Trasparenza enti locali del Codacons Giuseppe Di Rosa da giorno 3 settembre ha avviato un sit-in di protesta e, dallo stesso giorno, si trova nei pressi del Palazzo di Città, dormendo in una tenda, a cui partecipano i rappresentanti di alcuni comitati civici, e con l’adesione ufficiale di Italia viva, per richiamare l’attenzione su una situazione ormai insostenibile e spingere le autorità locali a prendere provvedimenti immediati. “L’acqua è vita e la mobilitazione non sarà smontata fino a quando non sarà garantita una normale dotazione idrica nelle case degli agrigentini”, ha detto Di Rosa che, nel frattempo, ha organizzato per oggi 7 settembre alle 18.30 in piazza Pirandello una manifestazione. Tra le varie adesioni delle associazioni anche il circolo Legambiente Rabat. Il presidente Gucciardo ha dichiarato: “Aderiamo convintamente a questa e ad ogni altra forma di sollecitazione sulla questione idrica, nei confronti delle Istituzioni che rivestono un ruolo importante nella gestione della grave crisi che colpisce, ormai indistintamente, le famiglie e le imprese agrigentine. Contrasteremo, con ogni mezzo a nostra disposizione, ogni forma propagandistica tesa essenzialmente alla conservazione di varie “posizioni di potere”, tramite l’attribuzione di responsabilità ad altri, senza aver prima riconosciuto ed esaminato le proprie”.
“Proprio i sindaci – ha aggiunto Gucciardo – non possono in alcun modo dimenticare di essere parte, piccola o grande, della assemblea di Ati, soci di Aica, cioè di essere coloro che determinano l’indirizzo politico e la governance dell’intero servizio idrico integrato in provincia. Non abbiamo alcuna intenzione di recedere dalle nostre proposte e dalle nostre richieste, nell’ambito di un percorso di nuovo civismo che sappia interpretare al meglio, con crescente diffusa consapevolezza, tutte le più urgenti istanze di questa terra”.