AGRIGENTO – Dopo aver fermato per ben 13 giorni gli autobus che collegano la Città dei Templi agli aeroporti di Palermo e Comiso, sospendendo anche le corse per Palma di Montechiaro, Licata, Gela, Grotte e Racalmuto, tutte località servite dagli autobus di Sal e Ata, sono ritornati a protestare i 35 dipendenti, che rivendicano il pagamento degli stipendi arretrati (a oggi si tratta di quattro mensilità).
“Nessun impegno – ha detto Andrea Gelo, dipendente e sindacalista Usb – è stato rispettato né da parte dell’assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità Marco Falcone, che aveva comunicato che i soldi dovevano arrivare entro dieci giorni, né da parte dell’azienda”.
“Da sette anni – ha aggiunto – viviamo in una situazione di disagio perché gli stipendi sono sempre arrivati in ritardo, ma non si era mai arrivati fino a tanto. Per cui, visto che ci sono le parole ma non i fatti, noi continueremo il nostro sciopero a oltranza fino a quando non ci pagheranno quello che ci spetta”.
Nei giorni scorsi, una delegazione dei dipendenti, i titolari delle due aziende e il prefetto di Agrigento, Dario Caputo, si sono incontrati nell’ufficio territoriale del Governo per un tentativo di conciliazione fra le parti, ma gli imprenditori avrebbero palesato l’impossibilità di pagare gli stipendi a causa dei mancati trasferimenti dalla Regione. Da ciò è scaturito la decisione da parte di autisti, meccanici e lavaggisti di riprendere lo sciopero.
Presi dalla disperazione tre lavoratori hanno anche rassegnato le dimissioni. “Non ci pagano da mesi – ha detto uno degli ex autisti – ma ho una famiglia da mantenere e certamente non posso starmene con le mani in mano. Andrò via, magari al Nord, come hanno fatto molti, per cercare un posto di lavoro”.