Agrigento, imprese massacrate dalla crisi, troppo lievi i segnali di ripresa - QdS

Agrigento, imprese massacrate dalla crisi, troppo lievi i segnali di ripresa

Agrigento, imprese massacrate dalla crisi, troppo lievi i segnali di ripresa

mercoledì 23 Febbraio 2022

Gli ultimi dati pubblicati da Confcommercio provinciale hanno evidenziato una crescita pari ad appena l’1,37%: ancora poco per pianificare un rilancio di imprenditoria ed economia locale

AGRIGENTO – Le imprese agrigentine non riescono a uscire dalla fase di stallo in cui sono entrate, anche per colpa della pandemia. A confermarlo sono i dati resi noti nei giorni scorsi da Confcommercio provinciale, che ha fatto segnare una crescita minima, pari all’1,37% in relazione alle realtà attive sul territorio.

“Sono state 444 – ha spiegato il presidente provinciale di Confcommercio, Giuseppe Caruana – le attività chiuse negli ultimi due anni in riferimento a tipologie quali dettaglio, ingrosso, ristorazione e servizi alla persona. Staticità e regressione in alcuni settori fondamentali che hanno da sempre trainato l’economia agrigentina”.

“Una crisi – ha aggiunto – che colpisce laddove troppe volte le saracinesche sono state abbassate a causa dell’emergenza Covid: il commercio al dettaglio, all’ingrosso e la ristorazione sono i settori più colpiti, le cui difficoltà si ripercuotono, giocoforza, su tutto il tessuto economico. Ciò si evince in base ai dati elaborati dall’Ufficio statistica di Unioncamere Sicilia, sulle rilevazioni effettuate da Movimprese e relativi agli anni 2020 e 2021, ovvero al secondo anno dell’era della pandemia”.

Ma le colpe, secondo Capuana, non sono soltanto dovute all’emergenza pandemica, ma anche “a una profonda crisi del sistema camerale, con le recenti scelte ancora una volta subite e non condivise con gli operatori, che vanno a totale danno delle imprese. Siamo anche di fronte a un’impennata dell’inflazione con materie prime più che raddoppiate in quasi tutti i settori, oltre al costo dell’energia che è già diventato un problema all’interno delle aziende, che rischiano la chiusura per questa negativa evoluzione dei costi a sostenere”.

Il cammino di crescita è sicuramente difficile se si considera anche uno scarno +1,63% delle imprese su scala regionale. “La ripresa del sistema – ha concluso il presidente di Confcommercio – equivale alla ripresa delle città in cui esse operano. È interesse di tutti andare in questa direzione. Siamo pronti a fare la nostra parte, ma da soli non ci sarà possibile dare tutte le risposte che il mondo delle imprese chiede da troppo tempo e di cui adesso ha necessità impellente”.

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