Agrigento, la Polizia penitenziaria scende in piazza - QdS

Agrigento, la Polizia penitenziaria scende in piazza

Irene Milisenda

Agrigento, la Polizia penitenziaria scende in piazza

sabato 22 Febbraio 2020

Gli agenti hanno evidenziato le tante criticità riscontrate all’interno della casa circondariale. Il prefetto Caputo ha rassicurato circa la prossima istituzione di un apposito tavolo tecnico

AGRIGENTO – Fari puntati sulle criticità del carcere Pasquale Di Lorenzo in contrada Petrusa, con i rappresentanti della Polizia penitenziaria che hanno denunciato carenze non soltanto strutturali ma anche di altro genere.

Nei giorni corsi, infatti, gli agenti della Polizia penitenziaria hanno puntato il dito contro la governance, accusata di essere poco performante e motivata. I lavoratori, e accompagnati dalle maggiori sigle sindacali, hanno dato vita a un sit-in di protesta, prima davanti il carcere e poi in Prefettura, lamentando situazioni condizioni di lavoro, al limite del paradossale, all’interno del carcere.

“Siamo dimenticati da tutti – ha detto Salvatore Gallo Cassarino della Cisl – e carichi di lavoro, costretti a turni impossibili perché mancano quaranta agenti. Ci viene negato il riposo giornaliero o quello settimanale, alla mamma poliziotta gli viene negato il diritto/dovere di accudire in modo appropriato i propri figli, un solo poliziotto deve gestire 120 detenuti privo di strumenti di comunicazione per chiedere aiuto in caso di bisogno. A tutto ciò si aggiunge lo stato di salute dei detenuti, molti con epatite C, Hiv e tubercolosi. Poi, c’è il mancato pagamento delle missioni e del bonus del premio produzione. Noi vogliamo essere trattati come tutti gli altri nostri colleghi poliziotti e chiediamo alle autorità competenti di prendere le giuste misure”.

A proposito di malattie, secondo i sindacati sono decine i poliziotti che dovranno sottoporsi al test di Mantoux perché, secondo le ricostruzioni fatte, uno dei detenuti affetto di tubercolosi, adesso trasferito al Pagliarelli, non sarebbe stato trattato con le dovute misure precauzionali aumentando così il pericolo di contagio.

Gli agenti, dopo la protesta davanti al Palazzo del Governo, hanno incontrato il prefetto Dario Caputo, che ha rassicurato circa la prossima istituzione di un tavolo tecnico, insieme al Provveditorato regionale competente, ai sindacati e al direttore del carcere Valerio Pappalardo, per cercare di risolvere in tempi celeri le problematiche presentate.

Tempo fa già il gruppo dei Radicali aveva presentato un dossier in cui veniva presentata la vita all’interno del penitenziario come “disumana”, con casi di maltrattamenti e addirittura torture, e su questo aspetto la Procura della Repubblica di Agrigento guidata da Luigi Patronaggio ha aperto un’inchiesta. “Questo Istituto – aveva dichiarato il quella occasione il presidente della Regione, Nello Musumeci – non fa onore al sistema carcerario italiano. Mi vergogno a definirlo un posto di rieducazione”.

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