Strada provinciale bonificata, ma serve educare i cittadini - QdS

Strada provinciale bonificata, ma serve educare i cittadini

redazione

Strada provinciale bonificata, ma serve educare i cittadini

mercoledì 21 Aprile 2021

Nei giorni scorsi i responsabili del Libero Consorzio hanno provveduto a rimuovere una discarica dalla Spr ex regionale Agrigento-Cattolica Eraclea. Ma è solo l’ultima di una lunga lista

AGRIGENTO – Prosegue la bonifica del territorio da parte del Libero Consorzio comunale, che nei giorni scorsi ha effettuato un intervento di considerevole portata su un tratto della Spr ex regionale Agrigento-Cattolica Eraclea per la rimozione di una grossa discarica abusiva composta prevalentemente da inerti e da contenitori e altri materiali in amianto.

La bonifica è stata effettuata dall’impresa Mediterranea Servizi, aggiudicataria dell’accordo quadro biennale per la rimozione dei rifiuti su tutto il territorio provinciale.

L’associazione ambientalista Mareamico, che nelle scorse settimane aveva segnalato la discarica, ha ringraziato il Settore Ambiente del Libero Consorzio per la tempestività e la professionalità con cui ha portato avanti questa operazione di bonifica, resa estremamente delicata dalla presenza di un materiale altamente inquinante e pericoloso come l’amianto, che continua purtroppo ad essere abbandonato un po’ ovunque da cittadini privi di qualsiasi sensibilità ambientale. Solo nel 2020, infatti, il Libero Consorzio ne ha rimosso e messo in sicurezza oltre quaranta tonnellate.

“L’attività di bonifica – hanno sottolineato dall’Ente intermedio – procede su tutte le strade provinciali, ex consortili ed ex regionali, nonché nelle aree adiacenti, ai sensi della normativa che assegna queste competenze alle ex Province (art. 160 della Legge Regionale n. 25/1993, e Decreto Legislativo 152/2006)”.

Serve però un cambio di mentalità da parte dei cittadini incivili che continuano ad abbandonare rifiuti – spesso pericolosi – sul territorio. Una svolta indispensabile per evitare di sportare il territorio e per eliminare gli alti costi di smaltimento che poi gravano inevitabilmente sull’Ente pubblico e quindi sulla collettività.

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