Agriturismo, nel 2020 stimate riduzioni del settantun per cento - QdS

Agriturismo, nel 2020 stimate riduzioni del settantun per cento

Agriturismo, nel 2020 stimate riduzioni del settantun per cento

martedì 04 Agosto 2020

Confagricoltura: nel 2019 in Sicilia totalizzati 433 mila pernottamenti, +10 mila sul 2018, ma un decimo della Toscana (4,3 mln). Duro colpo determinato dalle conseguenze dell’emergenza sanitaria

PALERMO – I discreti risultati ottenuti dagli agriturismi siciliani nel corso del 2019, i cui dati sono stati recentemente diffusi da Confagricoltura, non possono far abbassare l’attenzione sull’imminente tracollo determinato dall’emergenza sanitaria. Infatti, se durante lo scorso anno le strutture agrituristiche allocate nella nostra regione hanno fatto registrare 432.862 presenze (ovvero, 10 mila presenze in più rispetto all’anno precedente), per un’utilizzazione media degli 11.717 posti letto pari a 36,94 giorni l’anno, per l’anno in corso si prospetta una flessione dei pernottamenti corrispondente al 71%, in linea di massima attribuibile anche ai servizi di ristorazione.

Sebbene l’andamento dell’attività degli agriturismi potrebbe avvantaggiarsi da una parte della piccola dimensione ricettiva delle aziende e degli ampi spazi all’aperto offerti dalla campagna che riducono il rischio di contagi, d’altra parte è maggiore l’esposizione all’alta riduzione degli ospiti stranieri, che nel 2019 hanno rappresentato il 58% dei pernottamenti negli agriturismi (contro il 50% degli alberghi).

Basti pensare che secondo un recente sondaggio di Federalberghi nello scorso mese di giugno, dopo i precedenti due mesi di lockdown, la ripresa del turismo è stata lentissima, determinando una contrazione rispetto allo stesso mese dell’anno precedente dell’80% (di cui -93,2% attribuibile agli ospiti stranieri e -67,2% agli italiani). Se nel mese di giugno si stima una riduzione di simile portata, in quelli di luglio (-70%) e agosto (-65%) la situazione non andrà molto meglio: circostanza molto critica se consideriamo che nel 2019 solo questi due mesi hanno rappresentato il 36% dei pernottamenti dell’anno.

A livello nazionale, il centro studi Confagricoltura stima una riduzione del fatturato di settore poco inferiore a 1,5 miliardi di euro: infatti, si dovrebbe passare dai quasi 2,1 miliardi fatturati nel 2019 (di cui 506 milioni attribuibili ai pernottamenti e 1,5 miliardi di euro ai servizi di ristorazione) ai 600 milioni di euro dell’anno in corso (di cui 147 milioni di euro relativi all’alloggio e 450 milioni di euro alla ristorazione).

Inoltre, non si escludono ulteriori peggioramenti rispetto alla situazione attualmente prospettata qualora nel periodo autunnale si verificasse la temuta seconda ondata di contagi, che potenzialmente determinerebbe nuove chiusure ed in ogni caso ulteriori riduzioni delle attività.

Tornando a quanto si è verificato lo scorso anno, la Toscana è la regione che ha vantano il numero maggiormente elevato di pernottamenti: infatti, con quota 4,3 milioni, rappresenta un valore dieci volte superiore rispetto a quello registrato nelle nostra regione. Ottimi risultati sono stati totalizzati anche dalla provincia autonoma di Bolzano (con quasi 3 milioni di presenze) e dal Veneto (poco più di un milione di presenze). La nostra regione totalizza l’ottavo valore più sostenuto a livello nazionale.

Ad ogni modo, come precisa Confagricoltura, esiste il rischio concreto che il numero effettivo di pernottamenti sia ben superiore rispetto a quello ufficiale. Ciò è dovuto alla diffusa omissione della comunicazione degli ospiti da parte degli agriturismi: infatti, vi sono regioni in cui il tasso di utilizzazione dei posti letto è inferiore ai trenta giorni annui, nonostante le ripetute dichiarazioni di “tutto esaurito” delle Associazioni di categoria in occasione delle vacanze estive e dei ponti festivi.

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