Agrumi, Federica Argentati, "Il Governo si è dimenticato di noi" - QdS

Agrumi, Federica Argentati, “Il Governo si è dimenticato di noi”

Agrumi, Federica Argentati, “Il Governo si è dimenticato di noi”

lunedì 26 Ottobre 2020

Nostra intervista alla presidente del Distretto Sicilia che è intervenuta sull'esonero del versamento dei contributi. Nel decreto, denuncia, mancano i codici Ateco del comparto. "Se parliamo di filiere non ci può fermare alla produzione"

“Nel decreto del quindici settembre emanato dai ministeri del Lavoro, delle Politiche Agricole e dell’Economia ci si è dimenticati degli agrumi”.

Federica Argentati, presidente del Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia, guarda con stupore al decreto interministeriale pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del venti ottobre, che prevede “l’esonero straordinario dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a carico dei datori di lavoro, dovuti per il periodo dal 1° gennaio 2020 al 30 giugno 2020” con il preciso scopo “di favorire il rilancio produttivo e occupazionale delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura” in attuazione delle misure anti-covid previste dalla legge del luglio scorso.

Cosa c’è che non va in quel decreto?

“Nel decreto, costituito da un solo articolo e da un allegato in cui si elencano i codici Ateco dei settori a cui è rivolto il provvedimento, si fa riferimento alle ‘filiere agricole’, ma ci sono almeno due punti che mancano di chiarezza e di una specifica ratio”.

Cosa intende?

“In primo luogo, tra la filiera agricole poi identificate dai codici Ateco manca quella agrumicola e probabilmente molte altre filiere. Perché il decreto non riguarda tutte le filiere agricole? Tutte hanno subito ripercussioni dall’emergenza Covid. E poi c’è un secondo problema”.

Quale?

“Nell’allegato al decreto, dove si indicano i codici Ateco delle attività che possono beneficiare dell’esonero dei contributi, per quanto riguarda l’ambito agricolo ci si riferisce quasi sempre solo alla coltivazione. C’è, per esempio, la coltivazione dell’uva. Ma anche in questo caso, si intende solo la produzione dell’uva o anche la produzione del vino che costituisce una importante parte della filiera? Insomma, non si capisce bene quale sia la ratio con cui si individuano i beneficiari del provvedimento e sembra si sia perso il concetto di filiera”.

Dove sta l’errore?

“Io non sono il legislatore né faccio parte della macchina ministeriale, ma conosco bene il comparto e, come Presidente del Distretto produttivo Agrumi di Sicilia, parlo in rappresentanza di tutta la filiera. Perciò dico che quando si parla, appunto, di filiere non ci può fermare solo al primo gradino, cioè alla produzione, nel caso specifico alla coltivazione. Perché se c’è una difficoltà, questa riguarda tutta la filiera, dalla produzione alla lavorazione e alla trasformazione per finire alla commercializzazione. Quindi, il provvedimento si rivolge alle filiere agricole o solo alle attività di coltivazione?”.

Cosa chiedete al governo?

“Di riconsiderare il provvedimento, di modificarlo. Di fare chiarezza, insomma. Innanzitutto vorrei capire quale sia stato il criterio che ha suggerito di indicare alcuni comparti e lasciarne fuori altri: chiedo che venga inserita anche la filiera degli agrumi, che in Sicilia rappresenta un’importante fetta di Pil regionale. Ma non è un interesse particolare, si includano allora anche le altre filiere che mancano all’appello. O ci si spieghi perché restano escluse. Oltre a questo, si includano anche le altre attività che fanno parte della filiera, oltre alla coltivazione. Oppure, anche in questo caso si precisi che gli aiuti sono rivolti solo ai coltivatori, e non si parli di filiera”.

Ha fatto presente la questione a rappresentanti delle forze politiche al governo?

“Spero che la politica ci ascolti e corregga il tiro. Potrebbe bastare un emendamento, o forse anche una modifica fatta dagli stessi ministeri che hanno emanato il provvedimento. Non sta a me dire quale sia la strada migliore e più breve. Di certo l’esonero dal versamento dei contributi permetterebbe alle imprese di tutta la filiera agrumicola di ricevere un importante supporto in un momento storico davvero complicato”.

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