Pandemia, guerra, crisi climatica, nubifragi, blackout e incendi: tutti fenomeni che in questi anni si sono susseguiti, creando disagi e conseguenze nefaste per il nostro Paese: l’inflazione morde, le bollette sono più salate e sono sempre più le famiglie che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese. Mentre i cittadini vivono una stagione di crisi senza precedenti, in Sicilia vi sono “categorie” che la crisi non la percepiscono, come se vivessero in un altro pianeta.
Tra queste vi è certamente quella dei dirigenti della pubblica amministrazione regionale. Al di là delle retribuzioni, che non sono oggetto di questo approfondimento, ai dirigenti viene riservato, in un apposito capitolo del bilancio regionale, una somma pari a 8.234.218,34 a titolo di gratifica: a spartirsi questa torta i 725 dirigenti regionali attualmente in servizio.
Il premio di produzione andrebbe in teoria assegnato per particolari risultati raggiunti sulla base di precisi obiettivi fissati dall’amministrazione regionale. Peccato che secondo le indagini dell’Unione Europea proprio sulla produttività, l’efficienza e il funzionamento delle amministrazioni pubbliche regionali, la Sicilia sia in una posizione di forte negatività. La politica si è accorta che la distanza tra la pubblica amministrazione e il cittadino è diventata quasi incolmabile e sta cercando di porre rimedio.
Il Quotidiano di Sicilia si è intestato questa battaglia e nel tempo ha prodotto una serie di inchieste, cercando di stimolare la pubblica opinione su questa grave carenza siciliana, dovuta anche alla mancanza di un adeguato sistema di controlli sulle performance dei dirigenti.
Il 13 agosto del 2021 il QdS ha intervistato Andrea De Vecchi, CEO di Andersen in Italy, società di consulenza di fama mondiale, che ha tracciato l’identikit del bravo dirigente e che ci restituisce un’immagine quasi “aliena”, cioè distante anni luce da quello che è, ahinoi, il livello di competenza ed efficienza della nostra burocrazia regionale: “Una figura professionale con competenze trasversali e business oriented, in formazione continua e capace di far crescere e qualificare i propri collaboratori”.
E ancora più indietro nel tempo, ad ottobre del 2020, già il Qds denunciava la distribuzione “a pioggia” dei premi di produzione per i dirigenti regionali. In una intervista con Amalia Panebianco, allora presidente dell’Oiv (organismo indipendente di valutazione), che annualmente redige una relazione sulla performance della Regione, erano emerse delle criticità riguardanti soprattutto la qualità degli obiettivi che venivano intesi solo come adempimenti, quindi raggiungibilissimi, che non tendevano al valore pubblico inteso come impatto sull’utente.
Nella relazione performance 2022, non ci sono praticamente riferimenti ad obiettivi “numerici” ma solo obiettivi generici, indicativi. Senza obiettivi precisi, come è possibile misurare la produttività dei dirigenti regionali? Non si rischia di “vincere facile”? Lo abbiamo chiesto a Francesco Verbaro, attuale presidente dell’Oiv. Ad oggi, nessuna risposta alla nostra domanda.
Ad oggi nulla è cambiato: i criteri di valutazione sono rimasti gli stessi e nella relazione sulla performance 2022 viene assegnata una percentuale di realizzazione al 100% per molti degli obiettivi tra cui il favorire l’inserimento lavorativo dei disoccupati di lunga durata, dei giovani e delle donne, la riqualificazione e formazione dei docenti, così come la riforma del sistema della formazione professionale e dei Centri per l’impiego, al fine di favorire un collegamento efficace con il mondo delle imprese, gli Istituti Tecnici Superiori (ITS) e le Università.
Raggiunti al 100% anche gli obiettivi che riguardano l’efficientamento del ciclo integrato delle acque anche grazie ad azioni di recupero delle perdite idriche, adeguamento degli impianti di depurazione e delle reti fognarie, per ridurre il livello di inquinamento.
Percentuale di realizzazione al 100% anche per prevenzione del dissesto idrogeologico, sismico, vulcanico e industriale, e l’attuazione di politiche utili a contrastare e prevenire il fenomeno degli incendi boschivi.
“Il documento – è scritto nella relazione – costituisce il principale momento di verifica circa il raggiungimento degli obiettivi fissati per il 2022”, ma paradossalmente più avanti, nella sezione obiettivi individuali e valutazioni, viene aggiunto che “alla data di redazione della presente relazione, le procedure di valutazione individuale dei dirigenti preposti alle strutture di massima dimensione e di quelli preposti alle strutture intermedie non risultano ancora concluse”.
C’è da augurarsi che il premio di produzione venga assegnato solo ai dirigenti valutati e che hanno dimostrato di avere raggiunto in pieno gli obiettivi assegnati e sarebbe opportuno che la Regione rendesse trasparenti questi passaggi, anche per “premiare” pubblicamente coloro che, tra i dirigenti regionali, si sono spesi per migliorare il funzionamento della struttura pubblica, altrimenti si può pensare che i premi di produzione vengano distribuiti a tutti i dirigenti indistintamente, ottenendo una duplice conseguenza: disincentivare i dirigenti a lavorare alacremente, visto che il premio viene assegnato a prescindere e rendere sempre più sfiduciata la cittadinanza nei confronti della pubblica amministrazione.
La pioggia dei premi di risultato elargiti ai dirigenti regionali dell’amministrazione pubblica siciliana non si arresta. Un premio che andrebbe corrisposto al raggiungimento di incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione.
Ma secondo le indagini della Commissione europea, (European Quality of Government Index), la Sicilia ha una tra le peggiori pubbliche amministrazioni d’Italia e d’Europa. Una Pubblica amministrazione che nel 2020 si è posizionata al 177mo posto su 192 regioni europee. Nel 2021, ultimi dati disponibili, le cose non sono cambiate il dato è rimasto negativo.
Eppure nel bilancio della Regione per il 2022 il capitolo dedicato al al finanziamento della retribuzione di posizione e di risultato dei dirigenti (capitolo 212019) è prevista una cifra di tutto rispetto, 25.731.932,32 euro che andrà ripartita su 725 dirigenti di cui 39 di prima fascia, 1 di seconda e 685 di terza (35.492,32 a testa per posizione e risultato). Peraltro la relazione sulla performance relativa al 2022 è stata redatta quando le valutazioni dei dirigenti non si sono ancora concluse e quindi restano fuori dalla valutazione tutti i dirigenti di prima fascia e 568 di terza, il che rende impossibile una valutazione globale dei risultati raggiunti.
La Regione siciliana aveva programmato degli obiettivi da raggiungere entro il 2022 e li ha inseriti nel Piano della Performance triennale, obiettivi sia strategici che di conseguimento di valori della performance organizzativa dell’Amministrazione. Soprattutto questi ultimi sono stati messi in essere dalla Regione per migliorare il cosiddetto servizio al cittadino anche in base all’articolo 6 del decreto-legge 9 giugno 2021, n. 80, convertito con modificazioni in legge 6 agosto 2021, n. 113, che ha introdotto il Piano Integrato di Attività ed Organizzazione (PIAO), quale nuovo strumento di pianificazione, monitoraggio e valutazione degli impatti delle politiche pubbliche.
In particolare è stato previsto, nell’arco di un triennio, l’avvio di una sperimentazione che coinvolge alcuni Dipartimenti, ciascuno dei quali ha individuato il servizio erogato sul quale testare la propria capacità organizzativa. Si tratta dei Dipartimenti della pesca mediterranea, della famiglia e delle politiche sociali e delle Autonomie Locali. Il Piao deve comunque ancora concludersi mentre si conoscono invece i risultati degli obiettivi che il Piano della Performance 2022/24 contiene per le priorità politiche fissate con la Direttiva del Presidente della Regione n. 6376/Gab del 24 marzo 2022 e assegnati ai dirigenti apicali.
Si tratta di ben 44 obiettivi che secondo la relazione sono stati praticamente raggiunti tutti, con una percentuale molto vicina al 100 per cento tranne in alcuni casi e su temi che conosciamo bene: la razionalizzazione della spesa pubblica con liquidazione delle partecipate regionali (la percentuale di raggiungimento di questo obiettivo è del 62,5%), i termovalorizzatori e l’uso di tecnologie innovative per migliorare la tutela dell’ambiente e l’uso efficiente delle risorse nel settore dei rifiuti (65%), miglioramento dei trasporti regionali, attraverso la velocizzazione, l’integrazione del trasporto ferroviario e la polarità del sistema aeroportuale (50%), la valorizzazione dell’istituto di continuità territoriale (50%).
Tra gli obiettivi strategici raggiunti invece la relazione elenca: la rinegoziazione con lo Stato dell’autonomia finanziaria riconosciuta dallo Statuto e le minori entrate dovute alla pandemia da Covid 19, la razionalizzare degli assetti organizzativi e procedurali per una efficace gestione del demanio, la riduzione delle spese derivanti dalle locazioni passive della Regione e l’attuazione dell’accordo Stato/Regione siciliana in materia di finanza pubblica.
Nel corso dell’anno 2022 è stata sostanzialmente conseguita la maggioranza dei 249 obiettivi operativi assegnati ai dirigenti preposti alle strutture di massima dimensione e/o uffici equiparati con le Direttive generali per l’azione amministrativa e la gestione per l’anno 2022 ed inseriti nel Piano della performance 2022/2024. Di questi, 214 risultano integralmente raggiunti, n. 34 parzialmente raggiunti e n. 1 non raggiunto.