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Ai politici servono i cittadini bisognosi

Paura e povertà servono al consenso

Uno dei punti più forti del programma del presidente Draghi è la lotta alla corruzione, la quale è più forte, paradossalmente, nei paesi poveri, anziché in quelli ricchi. Perché? Per la semplice ragione che nei paesi poveri i cittadini sono bisognosi, o più bisognosi. Di che cosa? Dei servizi pubblici e in genere dello Stato.
Ora, coloro che sono eletti dal Popolo per rappresentarlo nelle istituzioni, dovrebbero essere dotati di una forte etica, nonché di grandi competenze, in modo da non sentire le sirene Partenope, Leucosia e Ligea, che promettono mari e monti, sapendo che poi tali promesse non verranno mantenute.
Purtroppo, di politici con forti doti di etica e competenza nel panorama italiano ce ne sono stati pochi ed oggi ancora meno. Ma tutti hanno in comune la furbizia di parlare sempre al futuro, di promettere cose mirabolanti e poi, regolarmente, di venir meno a tutto quanto hanno detto. Perché il loro intento vero è quello di mantenere i cittadini in uno stato di bisogno. Vediamo perché.

I cittadini liberi, che guadagnano normalmente, che possono progredire nelle carriere o nei loro mestieri e professioni, senza bisogno di alcun aiuto esterno, non sono addomesticabili, ragione per cui i politicastri non possono condizionarli promettendo qualcosa, ma chiedendo subito in cambio il loro voto.
Ma i politicastri che si alimentano dello scambio non hanno alcun interesse che i cittadini siano liberi dai bisogni. Ne consegue che il loro interesse è, invece, quello di tenerli raso terra, con il risultato di trasformarli in soggetti che continuano a tenere la mano tesa perché i servizi pubblici non soddisfano le loro esigenze, perché non trovano lavoro in quanto la disoccupazione è dilagante, perché quando si ammalano vengono trattati come pezze da piedi e così via.
Paura e povertà dei cittadini sono gli assi dei politicastri per ottenere il consenso, non su progetti poliennali di sviluppo che li facciano diventare autonomi, bensì su sussidi, assegni di vario genere, favori di varia natura con i quali costringere i bisognosi a stare col capo chino.
Secondo il Fatto Quotidiano, Grillo è rimbecillito per il semplice motivo che ha ritenuto di trasformare il Movimento 5 Stelle, di origine protestataria con la matrice del vaffa, in un vero e proprio partito di governo.
Con questa metamorfosi, secondo quel quotidiano, Grillo ha perso la trebisonda. Si sa che la vita del quotidiano di Marco Travaglio è basata esclusivamente sulla protesta e su tutte le cose che non vanno, le quali, per la sfortuna del nostro Paese, sono molte di più di quelle che vanno. Se teoricamente tutto funzionasse, se i servizi pubblici facessero migliorare la qualità della vita dei cittadini, se i responsabili delle istituzioni realizzassero puntualmente i programmi che dicono per consumare fiato, se tutto ciò accadesse, tale quotidiano perderebbe ogni ragione della sua esistenza.
In un certo senso, tutti quelli che protestano in uno stato di marasma, come è la tempesta che ha colpito l’Italia, vivono bene e si alimentano sempre di più della confusione e della decadenza del Popolo.

Ma torniamo alla lotta alla corruzione. Due sono le linee per ribaltare l’esteso sistema della cagnotte: semplificare leggi e processi giudiziari e amministrativi, da un canto, e digitalizzare totalmente la macchina pubblica, di modo che i procedimenti conseguenti siano sempre codificati e quindi monitorabili in qualunque momento attuale e successivo, dall’altro.
Questo fatto consentirebbe i controlli simultanei e a posteriori, dal che emergerebbero le capacità o incapacità dei pubblici dipendenti e le attività effettive dei dirigenti preposti all’indirizzo e al controllo dell’esecuzione.
Ci auguriamo che il neo ministro della Pa, Renato Brunetta (rieccolo), ritornato al suo vecchio ruolo, intenda fare applicare, opportunamente aggiornata, la sua legge del 2009, inserendovi ulteriori strumenti, quali l’assegnazione effettiva degli obiettivi, i carichi di lavoro (fascicoli) per singola area, servizio o dipartimento e, soprattutto, l’istituzione generalizzata dei totem con le tre faccette (verde, gialla, rossa) sottoforma di pulsanti che consentirebbero ai cittadini di esprimere la loro soddisfazione o insoddisfazione. Semplice e attuabile.
Semplice e attuabile. Vedremo se sarà così.