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Ais Piemonte: a Torino il convegno “Il racconto del vino italiano”

Ais Piemonte: a Torino il convegno “Il racconto del vino italiano”

Esperti e istituzioni hanno analizzato presente e prospettive settore

Milano, 1 dic. (askanews) – L’Associazione italiana sommelier (Ais) Piemonte ha inaugurato le celebrazioni per i sessant’anni dell’Associazione con il convegno “Il racconto del vino italiano: 60 anni in 60 minuti”, un appuntamento concepito per fotografare l’attuale scenario vitivinicolo nazionale e regionale e per riflettere sulle trasformazioni che interessano il comparto. Nella sede di Ais Piemonte, in via Modena 23, si sono avvicendati diversi esperti chiamati a presentare analisi e prospettive del settore, in un confronto articolato sui temi economici, culturali e sociali che oggi definiscono il ruolo del vino nel Paese.

Il professor Carmine Garzia dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo ha illustrato l’andamento del quadro internazionale, rilevando come l’Italia si collochi al secondo posto per valore della produzione, con 16,1 miliardi di euro nel 2024, dietro alla Francia, che ne registra 33,3. In termini di quantità il Paese mantiene la prima posizione, coprendo il 20% del vino consumato globalmente, contro il 16% della Francia e il 14% della Spagna, con una crescita del 20% dei volumi rispetto al 2023. L’analisi ha evidenziato un orientamento marcato verso la quantità, sostenuto anche dal sistema degli incentivi pubblici, e un eccesso di capacità produttiva in un contesto di consumi in calo.

Il presidente di Ismea, Livio Proietti, ha approfondito i numeri del vino piemontese, richiamando il primato regionale per numero di Indicazioni geografiche e l’alto valore paesaggistico dei vigneti. Secondo Proietti, una comunicazione adeguata permetterà al territorio di intercettare meglio le preferenze delle generazioni più giovani e di dialogare con le tendenze emergenti del turismo, sempre più orientato verso esperienze lente e modelli alternativi di visita.

Di nuove generazioni ha parlato anche la giornalista Barbara Sgarzi, segnalando la diminuzione dei consumi nella fascia d’età 25-35, con un quarto dei consumatori che si avvicina a cifre prossime allo zero. Le ragioni sono state individuate anche nel linguaggio percepito come troppo specialistico, che rischia di allontanare i neofiti, e nella necessità di rendere più attuali le esperienze in Cantina, spesso considerate troppo uniformi o prolungate.

Michele Antonio Fino, docente dell’Università di Scienze Gastronomiche, ha posto l’accento sul quadro europeo e sulle sfide che attendono il settore, dalle nuove indicazioni obbligatorie in Irlanda alla necessità di una comunicazione capace di distinguere il vino dall’insieme generico delle bevande alcoliche, preservandone la valenza culturale. A concludere la giornata sono stati l’intervento di Bruno Ceretto, che ha ripercorso la propria esperienza di produttore in Piemonte, e la lectio magistralis di mons. Derio Olivero, vescovo di Pinerolo, membro del Dicastero per il dialogo interreligioso e presidente della Commissione Cei per l’ecumenismo.

“Abbiamo vissuto un momento importante per il mondo del vino piemontese e italiano: dalla presentazione degli ultimi dati sul mercato alla definizione delle nuove sfide che attendono il comparto, alla necessità di un cambio di stile, comunicazione e strategia a tutti i livelli” ha commentato Mauro Carosso, presidente Ais Piemonte, aggiungendo che “lanciamo da qui un segnale di ottimismo: hanno condiviso questa giornata, fianco a fianco, rappresentanti del mondo istituzionale, dei consorzi e dei produttori, insieme con gli studenti degli istituti alberghieri del Piemonte, con tanti wine lover e con i nostri soci, sempre più giovani anagraficamente. Uniti in un viaggio appassionante in cui tante voci differenti comunicano e lavorano insieme: questa, per noi, è la vera vocazione di Ais”.