Aiuti di Stato sui prestiti bancari, in Sicilia soltanto le briciole - QdS

Aiuti di Stato sui prestiti bancari, in Sicilia soltanto le briciole

Aiuti di Stato sui prestiti bancari, in Sicilia soltanto le briciole

sabato 15 Gennaio 2022

Operazioni di finanziamento garantito a sostegno delle imprese per fronteggiare la pandemia. Fabi: “Oltre il 50% è concentrato in 4 regioni del Nord, al Mezzogiorno solo il 17%”

ROMA – Le operazioni di finanziamento garantito dallo Stato a sostegno delle imprese per fronteggiare la pandemia e di importo superiore a 30.000 euro sono andate soprattutto in quattro regioni del nord: Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna. Queste, con 103,3 miliardi, assorbono circa il 52,3% delle risorse complessive per questa fascia di importo.
È quanto emerge dalla ‘Mappa degli aiuti di Stato sui prestiti bancari’ elaborata dalla Fabi (Federazione Autonoma Bancari Italiani).

Segue l’area del Centro Nord con 47,7 miliardi, di cui il 37% destinato al Lazio, il 34% alla Toscana, l’8% all’Abruzzo e il restante 21% distribuito tra Umbria e Marche. Il tessuto delle piccole e medie imprese tricolori, che è concentrato nel Sud Italia, ha invece ricevuto solo il 17,62% dei finanziamenti superiori a 30.000 euro. In particolare, il Molise e la Basilicata sono le regioni con le percentuali più basse di aiuti pubblici in questa categoria di importo (rispettivamente lo 0,3% e lo 0,5%), seguite da Calabria (1%) e Sardegna (1,4%). Anche in termini di numero di operazioni, le regioni con il numero inferiore di richieste sono rappresentate dal Molise (5.411) e Basilicata (8.442) – rispetto a un numero nazionale medio di 1-398.473 – che insieme a Sicilia, Puglia e Basilicata hanno beneficiato complessivamente lo 0,8% delle operazioni totali. Tra le regioni del Meridione, il picco di finanziamenti è stato erogato in favore della Campania che con il 6,5% del totale delle risorse erogate per classe di importo, ha beneficiato di 12,9 miliardi di euro di aiuti statali.

In termini di distribuzione e concessione, le percentuali e i grandi numeri si ripetono anche con riferimento alle operazioni di importo inferiore a 30.000 euro, dove, su 1.179.579 operazioni, più di un quarto sono state presentate nelle regioni con il maggior numero di imprese e lavoratori del territorio nazionale e che, probabilmente, sono anche state colpite in maggior misura dalla crisi: si tratta della Lombardia (16,4%) e Lazio (9,1%) seguite dall’Emilia Romagna (8,8%) e Veneto (8,2%).

Il rapporto Fabi evidenzia un calo dei ricavi e una caduta dei margini di redditività che sono stati i segnali di una battuta di arresto del sistema produttivo italiano negli ultimi 18 mesi, ma “la crescita – si legge nel documento – delle misure di sostegno governative ha decisamente consentito alle imprese tricolori di resistere all’urto della pandemia e di governare l’incertezza. Statistiche ufficiali mostrano che nel panorama europeo, l’Italia, insieme alla Spagna, non solo si distingue per la percentuale di ricorso ai finanziamenti assistiti da garanzia pubblica (circa il 5% dei prestiti in essere del sistema bancario), ma vanta anche il primato del grado di copertura più elevato con un 85% medio rispetto alla Spagna e Germania (80%) e Francia (55%)”.

I sostegni messi in campo dal governo per fronteggiare l’emergenza pandemica sono in totale 311 miliardi di euro. Di questi circa 60 miliardi in moratorie ancora attive, a fronte di 500.000 sospensioni accordate, tre milioni di richieste di finanziamenti presentate, più di 220 miliardi di prestiti garantiti da Mediocredito Centrale e 31 miliardi quelli erogati attraverso Sace.

Nella sua analisi Fabi avverte: una parte delle misure, tuttavia, non è più attiva, altre scadranno tra pochi mesi col risultato che oltre 1,2 milioni di soggetti, tra cittadini e aziende, potrebbe trovarsi in enorme difficoltà. Lo scenario è quello di una emergenza di liquidità a livello nazionale che potrebbe portare a dissesti finanziari e fallimenti.

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