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Al Teatro Bellini inaugurato l’anno accademico dell’Unict

Al Teatro Bellini inaugurato l’anno accademico dell’Unict

Non solo una festa, ma un momento di riflessione sulle sfide che attendono l’Università etnea. Ospite d’eccezione Fabiola Giannotti, direttrice del Cern di Ginevra

CATANIA – L’appuntamento per l’inaugurazione del 585esimo anno accademico (dalla fondazione) dell’Ateneo catanese, si è celebrato ieri sera, presso il Teatro Massimo Bellini di Catania. Una novità assoluta, che si è rivelata vincente, e i cui motivi il rettore dell’Ateneo catanese, Francesco Priolo, aveva anticipato già quando ospite al Quotidiano di Sicilia, nel corso del forum – pubblicato lo scorso 16 gennaio – aveva spiegato che, seppur consapevole di infrangere qualche regola di un antico cerimoniale, tale scelta sottolineava “l’inizio di un nuovo corso” e un segno tangibile di quella Terza missione affidata all’Università, che consiste nel favorire e contribuire attraverso la conoscenza allo sviluppo sociale, culturale ed economico della società. Scegliendo questa prestigiosa sede, simbolo della cultura, l’Ateneo ha voluto esprimere lo “stretto legame” col territorio e verso tutti i centri culturali che in questa parte di Meridione versano in condizioni di difficoltà.

Al Teatro Bellini inaugurato l’anno accademico dell’Unict
Giannotti, Priolo e Inguscio

Tra le autorità presenti in platea: il presidente della Regione Nello Musumeci, l’arcivescovo Salvatore Gristina, il sindaco di Catania Salvo Pogliese, gli assessori Roberto Lagalla, Ruggero Razza e Antonio Scavone, rappresentanti della magistratura, delle forze armate e delle forze dell’ordine, tra i quali il Comandante provinciale della Guardia di Finanza, Raffaele d’Angelo, il sovrintendente del Teatro Massimo, Giovanni Cultrera, il presidente dell’Inaf, Nicolò D’Amico, il presidente del Cnr, Massimo Inguscio, i rettori Salvatore Cuzzocrea (Messina), Santo Marcello Zimbone (Reggio Calabria), Giovambattista De Sarro (Catanzaro), Giovanni Puglisi (Kore di Enna), il direttore della Sissa di Trieste Stefano Ruffo, i prorettori Fabio Mazzola (Palermo), Renato Misiani (La Sapienza), Antonino Pulvirenti (Lumsa), Roberto Furesi (Sassari). Alle loro spalle, subito dopo le prime file, sedevano gli studenti e le studentesse, in rappresentanza dei dipartimenti, “a dimostrazione di quanto tutte e tutti noi teniamo a loro e ci adoperiamo ogni giorno per facilitare e migliorare il loro percorso di crescita” – ha sottolineato il rettore che ha poi introdotto, un ospite d’eccezione: Fabiola Gianotti, direttrice del Cern di Ginevra, tra i protagonisti della scoperta del bosone di Higgs, definendola un’icona della scienza internazionale, ed esprimendo la sua riconoscenza per questo segno di vicinanza, “che darà – ha continuato il rettore – ulteriore forza al progetto di questo Ateneo di investire energie e risorse, più che in passato, in ricerca e innovazione”.

Certo è stata una festa, come è giusto che fosse, ma non solo. Perché nel discorso del rettore non è mancato il riferimento ai problemi che bisogna affrontare, tra questi spicca la consapevolezza che “a confronto con altri Paesi che, anche nel pieno della recessione, hanno investito sul futuro – cioè in formazione e ricerca; in capitale umano e innovazione – il nostro Paese ha proseguito su una linea di tagli destinata a creare disuguaglianze sempre più marcate tra Nord e Sud”. Grande è, dunque, la speranza risposta nel nuovo ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi – ha sottolineato il rettore – che ben conosce il sistema universitario e tutte le sue criticità, soprattutto la condizione delle Università meridionali. Quest’ultimo, il Ministro Manfredi, non avendo potuto prendere parte alla cerimonia per impegni istituzionali, ha inviato un video-messaggio, con i migliori auguri agli studenti e ai docenti dell’Ateneo.

Due, invece, le priorità sottolineate nel discorso del direttore generale, Giovanni la Via: “riportare sotto controllo i conti dell’Ateneo e aumentare l’efficienza della macchina amministrativa, intercettando risorse aggiuntive rispetto ai finanziamenti tradizionali del sistema universitario e creando sinergie in grado di garantire all’Università di Catania la posizione di prestigio che merita”.

In questa cornice i vari interventi, trovandosi al Teatro Massimo Bellini, non potevano non essere intervallati da alcuni ‘classici’ tratti da colonne sonore cinematografiche eseguiti dal Bellini Ensemble.

Francesca Fisichella