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Al via in Veneto sperimentazione contro l’emergenza bostrico

Al via in Veneto sperimentazione contro l’emergenza bostrico

Che ha colpito oltre 37.000 ettari boschivinell’arto alpino

Roma, 5 giu. (askanews) – Il Veneto lancia un progetto sperimentale di difesa contro l’emergenza bostrico, che negli ultimi sei anni, a seguito della tempesta Vaia, ha invaso l’arco alpino proliferando sulle distese di legname abbattuto. Nel Nord Italia, sono oltre 37.400 gli ettari boschivi sotto l’attacco del parassita, un numero che si avvicina pesantemente ai 38.200 ettari abbattuti dalla tempesta Vaia nel 2018.

Il Settore Fitosanitario della Regione Veneto, con il Dipartimento DAFNAE dell’Università di Padova e Agrin, Centro di saggio autorizzato dal Ministero, ha avviato una sperimentazione per testare nuove azioni difensive per contenere i danni e preservare il patrimonio forestale e la filiera del legno. Gli interventi sono concentrati principalmente sulla protezione degli abeti monumentali, che rappresentano un inestimabile valore storico e ambientale, e sulla salvaguardia delle cataste di legname che rischiano il deprezzamento sul mercato a causa dell’attacco del parassita.

“Considerata la vastità dell’infestazione e la particolare biologia dell’insetto, che passa gran parte del tempo a nutrirsi ben riparato sotto la corteccia degli abeti colpiti – ha detto Andrea Battisti del dipartimento Dafnae dell’Università di Padova – non è facile adottare efficaci misure di contrasto. Il progetto di sperimentazione in corso prevede l’allontanamento del parassita dagli alberi utilizzando una sostanza naturale ad azione repellente per concentrarlo su tronchi-esca trattati con prodotti specifici al fine di bloccare lo sviluppo del bostrico”.

I test sperimentali, in collaborazione con l’azienda Pradetto Roman Matteo e Regola Comunione Familiare di Campolongo, sono partiti nell’area boschiva di Val Visdende, nella provincia di Belluno, una zona caratterizzata dalla presenza alberi monumentali, in particolare abeti rossi e abeti bianchi, con un’altezza media di 48 metri, considerati tra gli esemplari più alti presenti in Italia.

Il piccolo coleottero, chiamato bostrico tipografo per via delle tracce simili a decorazioni che lascia sotto la corteccia del legno, predilige proprio l’abete rosso, che colonizza scavando piccoli fori per formare le gallerie dove depone le uova, interrompendo così il passaggio della linfa e causando inevitabilmente la morte della pianta. Sugli abeti abbattuti dalla tempesta Vaia, il bostrico ha trovato terreno fertile per proliferare, sfruttando il legno non solo come fonte di nutrimento, ma anche come ambiente ideale per crescere e moltiplicarsi.

Secondo l’ultimo monitoraggio eseguito nel 2024, il bostrico ha colpito 8.176 ettari boschivi in Veneto e 2.408 ettari in Friuli Venezia Giulia. In alcune regioni, i danni causati dal parassita hanno addirittura superato quelli provocati dalla tempesta Vaia. In Lombardia, ad esempio, la diffusione del bostrico ha raggiunto i 3.439 ettari rispetto ai 2.440 ettari colpiti da Vaia, nella provincia di Bolzano, 9.984 ettari (rispetto ai 6.811 ettari di Vaia), in Trentino 13.422 ettari (rispetto agli 11.535 ettari di Vaia).