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Al via le riprese del documentario Mazara/Mahara, nelle scarpe di mio padre

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Al via le riprese del documentario Mazara/Mahara, nelle scarpe di mio padre

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venerdì 01 Ottobre 2021

In uno scenario di una bellezza lacerante, magnetica, quasi onirica, la realtà quotidiana di una convivenza tra culture e popoli che può trasformarsi in un laboratorio culturale

Sono
partiti il 25 settembre a Mazara del Vallo e dintorni le riprese del
documentario Mazara/Mahara. Nelle scarpe di mio padre, per la
regia di Carlo Benso, scritto da Carlo Benso, Toni Garrani, Sarah Panatta e
realizzato con il sostegno del territorio, della Film Commission della Sicilia
e dell’Università Roma Tre, e presto in distribuzione nel circuito
internazionale.

Il
documentario è prodotto da Zoorama Srl, produzione romana nata due anni fa che
mette al centro progetti di natura sociale e di sostegno alla cultura e alle
minoranze, per un più ampio progetto di dialogo con la contemporaneità e lo
sviluppo di strategia di valorizzazione culturale partecipative e sostenibili,
dando voce all’umanità di ogni “genere” e al di là del “genere”.

IL
DOCUMENTARIO

Mazara,
Tunisia. Tunisia, Mazara. In quel mare il transito, la migrazione, il passaggio
ad una vita altra. Tra due terre gemelle di vite e storie. Tra sogni, naufragi,
memorie. Mazara è diventata nei secoli un luogo unico in Italia e nel mondo
dove il popolo migrante è diventato anima e corpo della cittadina, a sua volta
organismo palpitante di culture che nel tempo si sono sovrapposte. Tra
opportunità, contraddizioni, prospettive.

In uno
scenario di una bellezza lacerante, magnetica, quasi onirica, la realtà
quotidiana di una convivenza tra culture e popoli che può trasformarsi in un
laboratorio per una innovativa, originale forma di interazione culturale e non
semplice inclusione o altrettanto fraintesa integrazione.

La
migrazione e allo stesso tempo la necessità di una convivenza dialogante e
osmotica tra le culture è una realtà urgente del nostro presente e del nostro
futuro. Che tra stereotipi, politica e marketing, viene marginalizzata e
manipolata. Questo documentario nasce come prima produzione Zoorama e vuole
incarnare la sua missione etica e artistica. Offrire occasioni di riflessione,
dibattito e azione sociale, civile oltre che culturale e umana.

Il
documentario è stato ideato e scritto nell’arco di due anni di ricerche e di
collaborazioni e dialogo costante con università, associazioni, istituzioni
quali: il Comune di Mazara del Vallo, che ha dato il permesso alla
realizzazione delle riprese in tutto il territorio; la direzione del Parco di
Selinunte; la Diocesi di Mazara del Vallo; l’Associazione San Vito Onlus;
l’Istituto Euroarabo; la Capitaneria di Mazara del Vallo; l’Università Roma Tre
di Roma; la scuole di danza “In punta di piedi” di Nadia Scicchitano coreografa
e artista; tutta la comunità mazarese tra cui numerose attività, professionisti
e artigiani del posto che saranno resi noti nelle successive attività di
comunicazione della produzione.

LA
NARRAZIONE

Zarzis,
in Tunisia, è il luogo di partenza dei migranti. Gli Harraga, coloro che si
imbarcano illegalmente da lì per raggiungere l’Italia. Che non hanno documenti
e che sono disposti a tutto pur di fuggire dal loro Paese.

Ma anche
Mazara del Vallo, in Sicilia, negli anni a cavallo tra le due grandi guerre, ha
guardato a Tunisi come ad un luogo di speranza. Quando la miseria e la fame
spingevano alla ricerca di fortuna e di una vita migliore. E la polizia di
frontiera intercettava e respingeva i barconi dei clandestini italiani a
Tunisi.

DA Mazara
parte il nostro documentario, da questo luogo unico al mondo, ponte, crocevia,
culla, bacino. E da questa complessa relazione di scambio e reciproca
accoglienza fra l’Italia e la Tunisia. “MAZARA/MAHARA NELLE SCARPE DI MIO
PADRE. Un documentario che, attraverso la voce narrante del Satiro dallo
sguardo millenario, ci induce a riflettere su un fenomeno contemporaneo di
portata mondiale, mosso dalle sempre più crescenti disuguaglianze delle condizioni
di vita.

MAZARA/MAHARA
NELLE SCARPE DI MIO PADRE non è solo cronaca o storia o infilata di paesaggi
meravigliosi e volti iconici come quelli che ad ogni angolo qui si incontrano.
E’ un film dalla struttura duplice, che vuole trascinare empaticamente,
mentalmente, eticamente e moralmente il proprio pubblico in una quotidiana
avventura di convivenza tra popoli. Aprendo il dibattito su un presente che è
già futuro, nel quale si rende ogni istante più necessario che le comunità si
parlino anziché darsi battaglia, che trovino davvero un bene comune sul quale
basarsi, interagire e dare vita ad una internazionale grande comunità dei
popoli. Dove migrazione e diversità saranno solo sinonimi di umanità.

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