La città non è la peggiore in Sicilia, ma quattro cittadini su dieci non hanno corrisposto quanto dovuto all’Ente. Nel rendiconto 2022 un residuo di circa 14 milioni di euro a causa dei mancati incassi
ALCAMO – Il Comune di Alcamo alle prese con chi non vuole pagare tasse, tributi e canoni. Sulla base del rendiconto 2022, dei 46 milioni di incassi accertati, soltanto il 63 per cento è stato effettivamente introitato nelle casse comunali.
La riscossione resta sempre un tallone d’Achille
Ciò significa che quasi 4 cittadini su 10 non hanno pagato quanto dovuto all’ente locale. La riscossione resta sempre un tallone d’Achille per tutti gli enti locali siciliani e Alcamo non fa eccezione. Anche se le perfomance del municipio alcamese, questo è da dire, non sono sicuramente fra le peggiori nel panorama siciliano. Ma resta di fatto che le difficoltà sono evidenti e la forbice tra accertamenti eincassi resta sostanziosa.
Ad Alcamo circa 14 milioni e mezzo di euro da dovere incassare
Infatti Alcamo avrebbe un residuo di circa 14 milioni e mezzo di euro da dovere incassare. Ed è un dato altrettanto certo che non tutti potranno essere recuperati per i più svariati motivi: ad esempio nei confronti di quella parte di popolazione (stimata attorno al 20 per cento) che non ha reddito (almeno sulla carta) e non possiede immobili. In questi casi risultano impossibili pignoramenti o altre forme coattive di riscossione. Certamente non tutti i 14,5 milioni andrebbero persi: tra questi si annidano sicuramente anche i cosiddetti furbetti che potrebbero essere scovati, chiaramente investendo in personale e attrezzature in grado di migliorare le perfomance di riscossione.
Andando più nello specifico gli ammanchi più sostanziosi riguardano le cosiddette entrate extratributarie. A fronte degli 8,7 milioni di accertamento il Comune è riuscito a riscuotere 4,3 milioni, in pratica meno del 50 per cento degli incassi che avrebbe dovuto fare. Le entrate extratributarie sono rappresentate dai proventi dei servizi pubblici, dei beni patrimoniali, di quelli finanziari, dagli utili di aziende speciali e partecipate e altri incassi ancora. In sostanza si tratta delle tariffe e altri proventi per la fruizione di beni e per servizi resi ai cittadini e dal canone unico patrimoniale.
Per il resto il livello degli incassi supera abbondantemente il 60 per cento: si arriva al 62,5 per cento per le entrate da trasferimenti con mancato incasso da 3,4 milioni di euro. Qui si tratta di entrate derivanti da trasferimenti e contributi correnti da parte dello Stato, delle Regioni di altri enti del settore pubblico. Rivestono particolare rilevanza i trasferimenti erariali, diretti a finanziare i servizi indispensabili degli enti locali.
Entrate tributarie, riscossione al 68,15%
Per quanto concerne le entrate tributarie, quindi Ici, addizionale Irpef, imposta di soggiorno, compartecipazione all’Irpef, e Tari, la percentuale di riscossione sale al 68,15 per cento con un residuo non incassato di 8,3 milioni. Nel Dup 2024, il documento unico di programmazione approvato dalla giunta guidata dal sindaco Domenico Surdi e dal consiglio comunale, è stato previsto un “miglioramento della performance di riscossione che prevede la realizzazione di più azioni. Oltre al potenziamento delle attività di contrasto all’evasione, è necessario porre in essere procedure e metodi che possano migliorare il sistema di verifica e controllo”.
Ad Alcamo le riscossioni sono le più alte della provincia trapanese
“Il Comune di Alcamo ha i conti a posto” dice il sindaco di Alcamo Domenico Surdi che da un’altra lettura dei dati relativi al rendiconto del 2022. Numeri che, secondo il primo cittadino, andrebbero letti in una visione complessiva che mette in evidenza proprio come Alcamo sia uno dei Comuni della provincia trapanese che gode delle migliori perfomance di riscossione. Visti da questa angolatura del primo cittadino, effettivamente le riscossioni sono le più alte della provincia trapanese: Alcamo incassa il 42,6 per cento di tributi, tasse, canoni, sanzioni e altre entrate.
Se da una parte emerge quindi che meno di un cittadino su due effettivamente paga entro l’anno di imposizione (quindi al netto di successive riscossioni coattive negli anni a seguire), in Italia in media Comuni fino a 50 mila abitanti riescono a riscuotere entro l’anno di imposizione il 46 per cento delle loro entrate. Dunque Alcamo è poco sotto la media nazionale e al di sopra invece delle perfomance siciliane. Infatti in Sicilia la percentuale scende addirittura al 30 e in provincia di Trapani al 31 per cento.
“Il Comune di Alcamo – è la tesi del primo cittadino è fra i pochi Comuni siciliani ad avere approvato il bilancio ed il consuntivo in tempi record, certificando così la sana gestione e il potenziamento della riscossione che ci ha consentito di avere un bilancio sano ed in equilibrio. Nell’ultima manovra di luglio, con la collaborazione del consiglio comunale, abbiamo destinato circa tre milioni per strade, scuole e tanto altro, grazie ad un avanzo libero che ci ha permesso di programmare nuovi interventi per la città. Negli anni abbiamo ricevuto premi che attestano la nostra capacità finanziaria, siamo un ente che paga le imprese in tempo e che ha potenziato il servizio di riscossione, proprio per garantire una maggiore autonomia finanziaria del Comune e, contestualmente l’equità fiscale, affinché paghino tutti”.