Alimentare, ora gli italiani spendono meno - QdS

Alimentare, ora gli italiani spendono meno

Alimentare, ora gli italiani spendono meno

domenica 11 Aprile 2021

Coldiretti sui dati Istat: “A febbraio il primo crollo da inizio pandemia, registrato un -5,5%”. In aumento, per il decimo mese consecutivo, i prezzi delle materie prime alimentari

ROMA – Per la prima volta dall’inizio della pandemia gli italiani tagliano anche la spesa alimentare, che crolla del 5,5%. È quanto emerge dall’analisi Coldiretti divulgata in occasione della diffusione dei dati Istat sul commercio al dettaglio a febbraio 2021.

Si tratta di una brusca inversione di tendenza dopo che l’alimentare era risultato il settore che aveva resistito meglio alla crisi con un aumento della vendite al dettaglio determinato anche dal maggior tempo trascorso a casa dagli italiani in lockdown.

“Ora l’acuirsi della crisi – precisa la Coldiretti – colpisce direttamente i consumi essenziali della famiglie a partire dal cibo”.

A calare a febbraio rispetto allo scorso anno sono le vendite alimentari in tutte le tipologie commerciali, dalla grande distribuzione (-6,1%) ai piccoli negozi ((-2,9%) fino addirittura ai discount (-1,5%).

Di pari passo, continuano ad aumentare i prezzi globali delle materie prime alimentari. A marzo sono aumentati, segnando il decimo aumento mensile consecutivo, con le quotazioni degli oli vegetali e dei prodotti lattiero-caseari a guidare l’aumento: lo si legge in un comunicato dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao).

L’indice dei prezzi alimentari della Fao, che tiene traccia delle variazioni mensili dei prezzi internazionali delle materie prime alimentari comunemente scambiate, ha registrato una media di 118,5 punti a marzo, il 2,1% in più rispetto a febbraio e ha raggiunto il livello più alto da giugno 2014.

Le tendenze variano in base ai tipi di merce. L’aumento di marzo è stato guidato dall’indice dei prezzi dell’olio vegetale, che è aumentato dell’8,0% rispetto al mese precedente, raggiungendo un massimo degli ultimi 10 anni, con i prezzi dell’olio di soia in forte aumento a causa in parte delle prospettive di una forte domanda dal settore del biodiesel.

L’indice dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari è aumentato del 3,9% da febbraio, con i prezzi del burro sostenuti da un’offerta piuttosto limitata in Europa associata a un aumento della domanda in previsione di una ripresa del settore dei servizi alimentari. Anche i prezzi del latte in polvere sono aumentati, sostenuti da un aumento delle importazioni in Asia, in particolare in Cina, a causa del calo della produzione in Oceania e della scarsa disponibilità di container in Europa e Nord America.

Anche l’indice dei prezzi della carne della Fao è aumentato del 2,3% da febbraio, con le importazioni dalla Cina e un aumento delle vendite interne in Europa in vista delle festività pasquali, a sostegno dell’aumento delle quotazioni di pollame e carne di maiale. I prezzi della carne bovina sono rimasti stabili, mentre i prezzi della carne ovina sono diminuiti.

Al contrario, l’indice dei prezzi dei cereali della Fao è sceso dell’1,8%, ma è ancora superiore del 26,5% rispetto a marzo 2020. I prezzi all’esportazione del grano sono diminuiti di più, riflettendo un’offerta generalmente buona e prospettive di produzione favorevoli per i raccolti 2021. Anche i prezzi del mais e del riso sono diminuiti, mentre sono aumentati quelli del sorgo.

L’indice dei prezzi dello zucchero della Fao è diminuito del 4,0% nel mese, innescato dalle prospettive di grandi esportazioni dall’India, ma è rimasto oltre il 30% al di sopra del livello dell’anno precedente.

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