Alimentazione e panificazione: il 1° contratto integrativo regionale

Alimentazione e panificazione: firmato il primo contratto integrativo regionale

Alimentazione e panificazione: firmato il primo contratto integrativo regionale

Redazione  |
sabato 17 Febbraio 2024

Il contratto permette sia alle aziende che ai lavoratori di salvaguardare le professionalità artigiane e garantire lo sviluppo delle imprese.

Firmato ieri mattina il primo contratto integrativo regionale per il comparto dell’alimentazione e della panificazione. Fra le novità più apprezzate, il lavoro a intermittenza che permette alle imprese di affrontare i momenti di maggiore produzione e un incremento sul salario per i lavoratori.

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Il contratto integrativo regionale

Un contratto che nasce da un lavoro di squadra, da un confronto continuo e serrato tra le parti datoriali e i sindacati dei lavoratori che con un giusto equilibrio sono giunti alla stesura dell’accordo. Le parti hanno ritenuto anche di fondamentale importanza la creazione di un osservatorio regionale per una lettura puntuale del settore alimentazione e panificazione nel territorio siciliano e hanno individuato nell’ente bilaterale artigianato siciliano (l’Ebas) la sede presso la quale costituire e avviare le attività dell’organo.

La firma nella sede dell’Ebas

Per stesura e firma oggi, nella sede dell’Ebas, si sono incontrati il presidente e il segretario di Confartigianato Sicilia, Daniele La Porta e Andrea Di Vincenzo (coadiuvati da Manuela Cardillo), il presidente e il segretario di Cna, Sebastiano Battiato e Piero Giglione (coadiuvati da Tindaro Germanelli), il coordinatore regionale di Casartigiani, Maurizio Pucceri (coadiuvato da Mario Albanese), il presidente di Claai, Orazio Platania (coadiuvato da Dario D’Agata) e i rappresentanti delle segreterie regionali dei sindacati.

Fai-Cisl era rappresentata dal segretario generale regionale Adolfo Scotti, Flai-Cgil dal segretario generale regionale Antonino Russo e Uila-Uil dal segretario generale regionale Antonino Marino e dai segretari regionali Vincenzo Savarino e Giuseppe La Bua.

Il contratto di secondo livello è uno strumento essenziale sia per le aziende sia per le lavoratrici e i lavoratori, in grado di salvaguardare le professionalità artigiane e garantire lo sviluppo e la continuità dell’impresa. Il contratto si applica a tutte le aziende artigiane e a quelle realtà che, pur non essendo artigiane, occupano fino a 15 dipendenti.

Le novità

Tra le novità principali la possibilità di applicare il lavoro a chiamata in tutti gli ambiti di applicazione del contratto, a titolo sperimentale, per un anno (dal 1° marzo di quest’anno al 28 febbraio del 2025) per un totale di 75 giornate all’anno superando il carattere soggettivo dell’età e, l’incremento dell’1,6% sul salario per il 2024 a favore delle lavoratrici e dei lavoratori. Soddisfatti per il raggiungimento dell’intesa, i sindacati datoriali.

Le dichiarazioni sul primo contratto integrativo regionale

Confartigianato, Cna, Casartigiani e Claai: “Abbiamo lavorato a lungo per ottenere un risultato che può definirsi storico. Finalmente anche la Sicilia ha il contratto di secondo livello nel settore dell’alimentazione e della panificazione. Con la firma di questo contratto diamo forza al nostro ruolo di rappresentanza, anche nell’artigianato si firmano i contratti e viene data dignità al nostro mondo. Vigileremo adesso, con l’osservatorio che abbiamo costituito, che i consulenti applichino il contatto e lavoreremo per chiudere accordi di secondo livello anche in altri comparti dell’artigianato”.

“È un risultato storico e siamo soddisfatti per l’accordo raggiunto con grande equilibrio insieme alle parti datoriali – hanno commentato a margine i rappresentanti dei sindacati dei lavoratori –. È un contratto che guarda alla tutela di tutti i lavoratori, senza discriminazioni né di genere né religiose. Ad esempio, è prevista anche la possibilità di usufruire di permessi per momenti di preghiera. Abbiamo voluto dare la giusta dignità a quei lavoratori che anche in tempo di pandemia, anche a rischio della loro vita, hanno operato per produrre il cibo da portare sulle tavole degli italiani”.

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