L'effetto inflazione colpisce anche "l’italianità" e nel carrello della spesa perdono appeal nelle vendite.
L’effetto inflazione colpisce anche “l’italianità” nel carrello della spesa, ovvero il cibo ed il vino che evidenziano in etichetta la loro origine made in Italy, perdono appeal nelle vendite. E si compra di meno ma si spende sempre di più sugli scaffali di supermercati e ipermercati. Nel 2022 infatti, questi prodotti – un paniere di oltre 25.409 referenze per un valore di oltre 10 miliardi di euro (10.365 mln) – perdono il 5% in termini di volumi sul 2021, anche se il valore delle vendite è aumentato del 6,1%. A rilevarlo è l’Osservatorio Immagino di Gs1 Italy, l’organizzazione che sviluppa il codice a barre presente sulle confezioni, visionato dall’Adnkronos.
Tonfo prodotti tipici – 6,7%, a picco vini Docg -12,4%
La maggior crescita per cifra d’affari spetta al “100% italiano” che ha ottenuto un +9,2% a valore con 4,4 milioni di euro di ‘sell out’, mentre a volume il calo è stato del -5%. Tra i quasi 8mila prodotti che hanno in etichetta questo claim a subire di più il calo dei volumi sono latte fresco, gelati multipack, mozzarelle, surgelati vegetali e frutta. Del resto, a causa dell’aumento dei prezzi, gli italiani hanno decisamente rinunciato agli acquisti di referenze accompagnate dal claim “prodotto in Italia” con le vendite in calo del 7,1% in termini di quantità. Mentre la “bandiera italiana”, la più utilizzata come indicatore di italianità per 14.706 prodotti e con un maggior giro d’affari di oltre 6 miliardi di euro, registra una delle minori perdite in volume con -4,0%.
Va ancora peggio per i prodotti tipici con -6,7% dei volumi, in particolare per i vini a Denominazione, veri e propri campioni del made in Italy fuori dai confini nazionali, che, oltre al tonfo dei volumi fino a -12,4% per le Docg, vedono anche un considerevole calo delle vendite in termini di valore: Doc (-2,4%), Docg (-6,4%) e Igt (-1,6%),
Buone performance si segnalano invece per il food and beverage che sottolinea in etichetta il loro legame con una regione specifica, secondo quanto rileva l’Osservatorio che analizza le abitudini di consumo degli italiani, giunto alla tredicesima edizione. Questo paniere di prodotti archivia il 2022 con una crescita del +1,7% delle vendite in valore a 2,9 miliardi ma ha subito un taglio del 6,3% dei volumi. A sorpresa Il miglior risultato della crescita del valore spetta al Molise con +24,8% e una delle tre regioni che insieme a Umbria e Sardegna che cresce anche nei volumi venduti. Mentre ilo primato del giro d’affari vien confermato al Trentino Alto Adige con oltre 380 milioni di euro (+1,1% sul 2021) generati da 983 prodotti. Nel paniere della regionalità comunque, la fascia di rezzo più alta ‘top pricing’ è rappresentata da vino, champagne e spumanti.