Commissario straordinario, Inps e ministero del Lavoro: bocche cucite sui numeri del fallimento italiano. La nostra intervista in esclusiva a Francesco Alonsi, segretario Ugl Trasporto aereo
L’ultimo volo datato 14 ottobre 2021. Poi, il silenzio.
Si è spento ormai da mesi il clamore mediatico attorno ad Alitalia. Una vicenda che, però, è tutt’altro che conclusa.
Alitalia sparita dai radar ma non dalle casse pubbliche
Alitalia è sì sparita dai radar dei media ma non dalle casse pubbliche che continuano a sostenere i costi di quello che passerà alla storia come il carrozzone italiano per antonomasia.
Secondo un report di Mediobanca, è costata ai contribuenti italiani qualcosa come 13 miliardi: una storia lunga 74, (pardon, 76 anni) nel corso dei quali i bilanci si sono chiusi in attivo solo tre volte.
Una storia lunga 76 anni, dicevamo, che ha visto il declino inesorabile della nostra ormai ex compagnia di bandiera.
Una storia fatta di tentativi (disperati e poi falliti) per tenere i conti a posto ed evitare che i costi superassero di gran lunga i proventi. Una storia che continua fino ad oggi perché Alitalia è tecnicamente morta, non c’è più ma ci sono gli errori del passato che sono vivi più che mai e le cui conseguenze ricadono anche stavolta sui cittadini.
L’èra del Commissario Giuseppe Leongrande inizia nel 2019 ma già il decreto Mise del 2 maggio 2017 sanciva l’apertura della procedura di amministrazione straordinaria per Alitalia – Società Aerea Italiana.
Durante l’amministrazione straordinaria, Alitalia avrebbe bruciato circa 300 milioni di euro l’anno, secondo quanto riferito dallo stesso Commissario Leongrande. Ma il “conto” sarebbe in realtà molto più salato… CONTINUA LA LETTURA. QUESTO CONTENUTO È RISERVATO AGLI ABBONATI