L'Oms e l’Unicef hanno rilevato un aumento di circa l’80% fra gennaio e febbraio di quest’anno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso
Sono esplosi, nei primi mesi dell’anno, i casi di morbillo nel mondo: l’Oms e l’Unicef hanno rilevato un aumento di circa l’80% fra gennaio e febbraio di quest’anno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Negli ultimi mesi, l’Oms aveva già avvertito dei rischi che si correvano a causa dei ritardi nelle vaccinazioni infantili di base per via della pandemia di Covid-19, e ora si temono gravi epidemie di morbillo, malattia altamente contagiosa che potrebbe colpire milioni di bambini nel 2022.
Per ora, sono stati segnalati 17.338 casi nei primi due mesi dell’anno contro i 9.665 dell’anno scorso; ma probabilmente, stimano le agenzie Onu, i dati reali sono più elevati perchè la pandemia ha penalizzato i sistemi di vigilanza su questa malattia.
Nell’ultimo anno, ci sono state 21 focolai importanti, la maggior parte in Africa e Medio Oriente: in particolare, vere e proprie epidemie hanno interessato Somalia, Yemen, Nigeria, Afghanistan e Etiopia.
Secondo l’analisi della direttrice generale dell’Unicef Catherine Russel, il morbillo non è solo una malattia pericolosa e potenzialmente mortale, ma anche «uno dei primi segnali che ci sono lacune nella protezione vaccinale ondiale».
A causa della pandemia, che ha sopraffatto i sistemi sanitari, nel 2020 23 milioni di bambini nel mondo non hanno ricevuto i vaccini di routine, il numero più elevato dal 2009, secondo Oms e Unicef.
Come ha ricordato il capo dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, «La pandemia ha interrotto i servizi di vaccinazione, i sistemi sanitari sono stati sopraffatti e assistiamo ora al risorgere di malattie mortali come il morbillo. Ora dobbiamo rimettere in carreggiata i programmi essenziali di vaccinazioni e lanciare campagne per recuperare e far sì che tutti abbiano accesso a questi vaccini vitali».