Allarme Ordine medici "Servizio sanitario nazionale sull'orlo del baratro" - QdS

Allarme Ordine medici “Servizio sanitario nazionale sull’orlo del baratro”

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Allarme Ordine medici “Servizio sanitario nazionale sull’orlo del baratro”

Redazione  |
lunedì 14 Novembre 2022

"Il sistema non regge, i medici se ne stanno andando, sia quelli ospedalieri sia quelli di famiglia", denuncia la Fnomceo

“Siamo in una situazione in cui il Servizio sanitario nazionale non regge più, siamo sull’orlo di un baratro e ci vorrà molto poco per scivolare nel burrone verso la fine del sistema solidaristico e universalistico”. Non usa mezzi termini il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, commentando all’Adnkronos Salute, uno dei dati del sondaggio Ipsos per Amref, dal quale emerge che la maggioranza degli italiani, il 58%, apprezza la sanità pubblica del nostro Paese, ritenendola di “buona qualità” (50%) o di “ottima qualità” (8%). Anelli non mette in discussione l’ottima qualità della nostra sanità pubblica, ma si dice convinto che “se non riusciremo a trovare le risorse per avere personale sufficiente e motivato” sarà “la fine del Ssn” e lo scivolamento verso sistemi assicurativi che lasceranno indietro i meno abbienti.

“Il sistema non regge – ammonisce Anelli – perché mancano i presupposti: i medici se ne stanno andando, sia quelli ospedalieri sia quelli di famiglia, perché il sistema non è più attrattivo, la loro qualità di vita è peggiorata e preferiscono andare a lavorare in una cooperativa o all’estero piuttosto che essere costretti a carichi di lavoro insostenibili. In questa prospettiva il grido di allarme vero è che siamo all’anticamera della fine del Ssn”.

“Già oggi molti italiani dei ceti medio-alti utilizzano il sistema assicurativo come sostitutivo di quello dello Stato, e se non si investiranno risorse per mantenere o attrarre professionisti, il servizio sanitario nazionale sarà sempre meno efficiente ed efficace e un sistema assicurativo sarà il passo successivo. A quel punto – ammonisce il presidente Fnomceo – una parte importante della popolazione avrà problemi di assistenza, perché si svilupperà una sanità di serie A e una di serie B”.

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