Indetta una conferenza stampa dopo che la diffusione di alcune notizie che avrebbero generato problemi di ordine pubblico.
Per la Procura dei minori di Caltanissetta sulla vicenda di Larimar Annaloro, la 15enne trovata impiccata a Piazza Armerina (EN), sarebbero state diffuse “presunte novità” che avrebbero generato un allarmismo tale da mettere in pericolo l’ordine pubblico.
Al fine di chiarire le circostanze ed evitare ulteriore diffusione di notizie non corrispondenti al vero, la Procura dei Minorenni ha indetto una conferenza stampa per la giornata di martedì 26 novembre 2024.
Piazza Armerina, la morte di Larimar e le “presunte novità”
“Al fine di tutelare l’interesse pubblico a una corretta informazione, in relazione alle notizie date nei giorni scorsi (dalle agenzie di stampa e dai rotocalchi, nonché dai principali tg nazionali e locali), con particolare enfasi e con dovizia di particolari, in merito alle indagini conseguenti alla tragica morte della quindicenne di Piazza Armerina, quest’Ufficio ritiene necessario indire una conferenza stampa”, si legge nella nota della Procura dei Minorenni.
La Procura dei Minorenni di Caltanissetta prosegue l’indagine per istigazione al suicidio. Negli scorsi giorni, però, sono state diffuse notizie sull’autopsia e le presunte “modalità anomale” che potrebbero far pensare a una morte diversa dal suicidio, ma anche sulle parole della madre su presunte minacce di morte ricevute da Larimar poco prima della tragedia.
“Allarmismo ingiustificato”
Sul caso Larimar e la conferenza stampa indetta a Caltanissetta, la Procura specifica: “Occorre fare chiarezza su alcuni aspetti di cui è stata data ampia diffusione sui mass media, che hanno ingenerato pubblico clamore, dovuto essenzialmente alla rivelazione di alcune ‘presunte novità‘ sullo sviluppo delle indagini; la circostanza poi che siano state ricondotte a non meglio specificate ‘fonti investigative’, invero del tutto inspiegabilmente, ha contribuito a darne un’apparenza di veridicità. Ciò ha determinato, o comunque rafforzato, la pubblica convinzione di un determinato svolgimento dei fatti idoneo a creare allarmismo, allo stato ingiustificato, con ovvie ripercussioni sulla tutela dell’ordine pubblico”.
“Ecco perché corre l’obbligo di chiarire tutti i punti salienti dell’attività istruttoria sin qui compiuta, nei limiti ovviamente dell’ostensibilità degli atti e nella misura in cui gli stessi siano suffragati da elementi oggettivi di riscontro”.
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