Quotidiani e televisioni sono pieni di notizie sull’epidemia, come se tutto il resto della vita civile e sociale della nostra popolazione non esistesse più.
Si tratta di un’esagerazione che sta colpendo fortemente la gente, la quale è sempre più impaurita, non esce da casa e non ricomincia a fare quella vita normale che ha sempre fatto.
Fanno eccezione i giovani e i meno giovani che non rinunziano a uscire, a incontrarsi, a fare socialità, insomma, continuano le attività ludiche precedenti.
La paura diffusa dai mezzi di comunicazione è deleteria perché alimenta uno stato d’animo negativo, peraltro diffuso normalmente nella parte meridionale del Paese.
La fiducia nel domani è crollata, la gente non spende, danneggiando l’economia, l’ottimismo è sparito dall’orizzonte e con esso la potenzialità di crescita di tutti.
L’aspetto psicologico di una popolazione è importantissimo. Non si sente più da parte del Governo, dei Ministri, dei Presidenti di Regione quel minimo di prospettiva indispensabile per andare avanti.
In questo quadro a fosche tinte è passata quasi inosservata un’iniziativa governativa che, attraverso i suoi organi, ha consentito l’uso della pillola del giorno dopo (Ru486) anche alle minorenni senza la prescrizione medica, da assumere entro cinque giorni da un rapporto non protetto.
Non è un’innovazione da poco perché si consente alle giovani, non ancora maggiorenni, di autogestirsi e quindi di maturare perché non più soggette a certe anacronistiche limitazioni. Un passo avanti quasi inaspettato, ma che vogliamo evidenziare e sottolineare in modo positivo.
Tante cortecce del passato che volevano nascondere natura e verità, via via vengono tolte, perché è indispensabile che i cittadini, passo dopo passo, si abituino a pensare con la propria testa e non con quella degli altri.
Questo non è uno slogan, ma dovrebbe diventare un modo di essere normale, a condizione che i professori di scuola e quelli universitari facciano il loro dovere di diffondere cultura e non nozioni, anche tecniche.
Formare una coppia di congiunti o di consorti, non necessariamente sposati, è un ulteriore passo avanti. Le religioni regolano in maniera diversa il modo di stare insieme fra persone di sesso diverso o anche dello stesso genere.
Vogliamo ricordare che il terzo genere è sempre esistito perché è nato con l’uomo, mentre fino a qualche decennio fa era considerato da alcuni imbecilli una sorta di malattia.
Però, per esempio, la religione cattolica impedisce ai preti di sposarsi, con ciò violando un principio, a nostro sommesso avviso, che il Creatore ha dato e cioé che l’attività sessuale fa parte della natura delle persone.
Lo stesso Papa Francesco, non molto tempo fa, ha dichiarato, sorprendendo la gerarchia vaticana, che : “Sesso, cibo e terzo genere sono stati creati da Dio e quindi sono perfettamente leciti”. è forse un’apertura per ulteriori passi avanti in questa direzione che, sappiamo bene, verrà contrastata sempre di più dai conservatori del Vaticano, i quali, attraverso queste limitazioni, esercitano il loro potere.
Vi è una battutina simpatica: due prelati passeggiano per via della Conciliazione. Uno dei due si lamenta contro il divieto di matrimonio dei preti. L’altro, sempre conversando amabilmente, gli risponde: “Certo, noi non ci arriveremo, ma i nostri figli certamente vedranno i preti sposarsi”.
Perché ci interessa parlare della religione? Perché essa influenza parte della popolazione e i conseguenti comportamenti, per cui ha riflessi sociali che sicuramente non sono conformi alla necessità di un funzionamento ordinato e rispettoso fra cittadini.
In generale tutti i divieti che limitano le libertà personali sono contrari alla natura umana, fermo restando che, quando l’interesse generale lo esige, anche le libertà individuali possono e debbono essere compresse. Ma l’esigenza dev’essere vera e non funzionale a interessi di parte, che normalmente vengono portati avanti da caste di vario genere.
Ecco, sono proprio le caste che vanno combattute e i divieti che impongono per il loro tornaconto.
