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Italia in allerta per i focolai del virus Chikungunya: cos’è, sintomi e come si trasmette

Italia in allerta per i focolai del virus Chikungunya: cos’è, sintomi e come si trasmette
WEST NILE – ZANZARA

In Emilia Romagna e Veneto aumentano i casi e gli appelli alla prevenzione individuale e ambientale delle punture di zanzara.

Il virus Chikungunya fa parlare di sé già da qualche settimana e in Italia è al centro dell’attenzione dopo l’accertamento di piccoli focolai in Emilia Romagna e in Veneto. A Modena nel weekend si contavano circa 19 casi accertati, mentre nel territorio veneto aumentano i casi autoctoni.

Al momento le autorità sanitarie non parlano di emergenza, ma l’allerta rimane sicuramente alta, così come in queste settimane è alta l’attenzione al West Nile Virus. Non è solo l’Italia a registrare un aumento dei casi: allo scorso 7 agosto, erano già oltre 7.700 i casi registrati in Cina e anche il Regno Unito – in corrispondenza con l’aumento dei viaggi estivi – ha visto un incremento dei contagi, soprattutto nei viaggiatori provenienti da aree tropicali o subtropicali.

Cos’è il virus Chikungunya e come si trasmette

Il virus Chikungunya – si legge sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità – è “una malattia virale, caratterizzata da febbre e forti dolori, che viene trasmessa all’uomo da zanzare infette, in particolare del genere Aedes“. La trasmissione avviene tramite la puntura della zanzara femmina infetta e – importante specificarlo – non si trasmette tra esseri umani né per via respiratoria né tramite contatto con liquidi biologici.

Sintomi e cure

I sintomi del virus Chikungunya consistono principalmente in “febbre e dolori alle articolazioni“, tali da ostacolare spesso i movimenti di chi è infettato. Tra gli altri sintomi si contano anche dolore muscolare, mal di testa, affaticamento e rash cutaneo. I dolori possono persistere a lungo, ma in genere il manifestarsi di sintomi gravi è assai raro.

Non esiste una cura specifica per il virus Chikungunya, solo la prevenzione delle punture di zanzare e la bonifica delle zone a rischio infezione.

Cosa dicono le autorità sanitarie

Secondo l’Oms “si sta verificando una recrudescenza globale“, iniziata “con un trend crescente nelle isole dell’Oceano Indiano a marzo, con importanti epidemie a Réunion, Mayotte e Mauritius” e proseguita in tutta l’Asia meridionale e poi nel resto del mondo e in particolare nei Paesi endemici come quelli dell’America meridionale.

Ad oggi l’infezione è stata rilevata e trasmessa in 119 Paesi in tutto il mondo, attualmente o in passato. In Italia, le autorità sanitarie dei luoghi interessati dai focolai hanno invitato la popolazione alla prevenzione individuale e ambientale.

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