Percentuale quasi doppia rispetto a tutti gli altri settori, ntervista realizzata su laureati nel 2014, a cinque anni dal conseguimento del titolo. La maggior parte lavora come architetto, ingegnere edile o nel turismo, il resto nei media, nell'intrattenimento e nell'artigianato
In Italia il 42% degli occupati nel sistema produttivo culturale e ricreativo è laureato; si tratta di una percentuale quasi doppia rispetto agli occupati di tutti gli altri settori. Investire in cultura conviene: infatti, per ogni euro prodotto dalla cultura se ne attivano 1,8 negli altri settori satelliti. Sono i dati raccolti da AlmaLaurea che ha realizzato un approfondimento sulle professioni in ambito culturale. L’analisi è realizzata sui laureati di secondo livello del 2014, intervistati nel 2019 a cinque anni dal titolo, che si dichiarano occupati. Tra questi, 5.509, pari al 10,9% del complesso degli occupati, svolgono una professione in ambito culturale: la maggioranza è occupata come architetto o ingegnere edile (6,5% del complesso degli occupati) o lavora nel settore del turismo (1,3%).
Le restanti professioni sono meno diffuse: si tratta di professionisti nella promozione e conservazione del patrimonio culturale, disegnatori artistici e tecnici, professioni nell’ambito dei media e dell’intrattenimento, ricercatori universitari e docenti nell’ambito culturale, artisti, professionisti nella tutela ambientale e occupati nell’artigianato (questi ultimi non considerati nei successivi approfondimenti perché decisamente poco numerosi).
Rispetto al 2012, i laureati impegnati nelle professioni in ambito culturale sono lievemente aumentati (allora erano il 10,1%).
Analizzando l’inquadramento professionale dei laureati impegnati, a cinque anni dal titolo, in ambito culturale si rileva che sono più diffuse sia le professioni di alto livello (imprenditori e alta dirigenza) sia quelle a elevata specializzazione (tipicamente, le professioni che prevedono la laurea): le prime rappresentano il 4,1% degli occupati in ambito culturale (rispetto al 3,0% del complesso degli occupati), le seconde rappresentano il 66,2% (rispetto al 61,3%). Esiste però una forte variabilità e, in particolare, i professionisti del settore del turismo sono più presenti, oltre che tra le posizioni imprenditoriali o di alta dirigenza, tra quelle meno qualificate: si tratta di professioni legate all’assistenza alla clientela nell’ambito delle strutture ricettive e della ristorazione.