Almaviva, i dipendenti protestano sopra il tetto del Politeama - Video - QdS

Almaviva, i dipendenti protestano sopra il tetto del Politeama – Video

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venerdì 06 Maggio 2022

Il livello di disperazione dei lavoratori Covisian e Almaviva sale giorno dopo giorno. E così questa mattina una decina di dipendenti ha deciso di salire sul tetto del teatro Politeama a Palermo

Il livello di disperazione dei lavoratori Covisian e Almaviva sale giorno dopo giorno. E così questa mattina una decina di dipendenti ha deciso di salire sul tetto del teatro Politeama a Palermo per manifestare tutta la loro rabbia.

La preoccupazione sale perché ad oggi nessuna notizia arriva da Roma per la riapertura della trattativa al ministero del Lavoro, condannando al licenziamento 543 operatori dei due call center. I giorni passano e ancora nessuna risposta concreta e seria arriva per questi lavoratori sulla graticola da troppo tempo: “Siamo disperati – ci racconta una lavoratrice Covisian – siamo licenziati e nessuno sta facendo nulla, abbiamo famiglie e mutui sulle spalle ma qui la situazione sta diventando davvero complicata”. Le proteste proseguiranno anche nei prossimi giorni.

“Sulla vertenza degli ex lavoratori Almaviva qualcosa si sta muovendo. Sia Ita che Covisian hanno fatto sapere che la prossima settimana parteciperanno alle audizioni congiunte delle commissioni Lavoro e Trasporti. Spero che lo facciano non per cincischiare ma per offrire soluzioni concrete che portino alla riassunzione dei licenziati e al completamento di tutte le assunzioni che erano state programmate con l’accordo siglato al ministero del Lavoro”. Lo dice il deputato del Pd Carmelo Miceli a proposito della vertenza dei 543 operatori del call center della commessa Ita che oggi hanno protestato sul tetto del teatro Politeama di Palermo.

“La politica deve ricordarsi che compagnia di bandiera significa difendere gli interessi degli italiani e i primi italiani sono i lavoratori – aggiunge Miceli -. A prescindere da chi siano i responsabili, sia Ita che Covisian hanno il dovere di mettere un punto ad una vertenza che dura da troppo tempo”.

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