Piccoli passi avanti dopo il secondo incontro al ministero delle Imprese e del Made in Italy. I sindacati chiedono la cassa integrazione anche per gli ex operatori del call center Ita
Piccoli passi avanti, spiragli come si dice in questi casi, sulla vertenza Almaviva. Dal secondo incontro che si è svolto ieri al ministero delle Imprese e del Made in Italy emerge la possibilità di una proroga della commessa del 1500 per tutto il 2023. Al momento è solo un’ipotesi, perché è necessario che venga approvato un emendamento di 4 milioni e mezzo di euro nel decreto “Mille proroghe“. Se ciò accadrà, una parte dei dipendenti di Almaviva potrà sorridere.
Almaviva, le richieste dei sindacati
Per i sindacati non sarebbe sufficiente, tanto che i segretari nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Telecomunicazioni hanno chiesto che sia garantita la cassa integrazione a tutti i lavoratori, dunque non solo per quelli del servizio 1500 i cui contratti scadranno il 28 febbraio, ma anche per i 76 operatori del call center Alitalia il cui servizio è cessato alla fine del 2022.
«Questo periodo transitorio – si legge in una nota – dovrà essere accompagnato dall’attivazione di un ammortizzatore sociale che metta a protezione l’intero perimetro occupazionale. Sul punto sono state confermate le disponibilità economiche da parte del ministero del Lavoro, tenuto conto del rifinanziamento della cassa in deroga».
La Regione intanto ha dato la propria disponibilità a finanziare percorsi di riqualificazione e formazione dei dipendenti a spese dell’amministrazione.