Prevista nei casi in cui la scuola abbia attivato la formazione a distanza. Impossibile trasporre in contesto domestico l’assetto scolastico
PALERMO – Sembra sfumare la possibilità di fruire di assistenza domiciliare per gli alunni con disabilità. Infatti, come evidenziato dal Sole 24 ore, sono molteplici gli ostacoli che si frappongono all’attuazione dell’articolo 9 del Decreto legge 14/2020. Innanzitutto, la possibilità di utilizzare gli operatori comunali è limitata ai soli casi in cui la formazione a distanza sia stata effettivamente attivata dalla scuola.
Un ulteriore limite è rintracciabile nel fatto che gli stessi Comuni mantengono un margine di apprezzamento: infatti, il sopracitato articolo 9 afferma che gli enti locali “possono offrire assistenza”, potenzialità subordinata alla presenza di “personale disponibile, anche impiegato presso terzi titolari di concessioni, convenzioni o che abbiano sottoscritto contratti di servizio”.
Ad ogni modo, qualora questi ostacoli potessero essere superati, si presenta comunque una serie di criticità di cui il legislatore d’urgenza non ha potuto tenere conto, che rendono di fatto l’assistenza domiciliare difficilmente erogabile. Si tratta di difficoltà innanzitutto di ordine pratico: infatti, non è automatico né semplice trasporre un progetto costruito da diversi attori istituzionali per l’ambiente scolastico in quello domestico e, naturalmente a causa dell’attuale stato emergenziale, le variazioni del progetto non possono essere concordate con gli operatori dell’Asl.
Inoltre, secondo gli esperti, molti ragazzi con disabilità non reagiscono agli stimoli se non in presenza e all’interno di un contesto: per cui si rischia di vanificare tutti gli sforzi e anzi di aggravare la situazione. Senza poi contare il fatto che l’ingresso degli operatori nelle abitazioni espone gli studenti con disabilità, già di per sé fragili, ad un rischio altissimo, anche perché non possono essere assicurate le ottimali dotazioni di dispositivi di protezione (mascherine, guanti), ad oggi introvabili, né garantire che gli operatori seguano specifici protocolli di comportamento (anch’essi non disponibili).
Dunque, alla luce di queste considerazioni, è letteralmente impossibile che il servizio possa essere gestito alle stesse condizioni assicurative sinora previste, così come vorrebbe l’articolo 9 del Decreto Legge 14/2020: infatti, ciò non è possibile in quanto cambia la sede del servizio, mutano le modalità di erogazione e viene meno la sicurezza del contesto scuola. Tutto questo rende più che problematico dirottare gli operatori dalla scuola alle case degli studenti. Così, continua a permanere lo stato di esclusione per tutti quegli alunni con disabilità destinatari di queste azioni, che presentano una minorazione fisica, psichica e sensoriale, che sia causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione tale da determinare un processo di svantaggio o di emarginazione.
In questo modo il carico per le famiglie rimane tutto, anzi si ingigantisce. Anche per queste ragioni, è importante investire sulle modalità agili di lavoro e sui congedi parentali, in modo da riconoscere ai genitori quella giusta dose di flessibilità utile a meglio garantire la presenza accanto ai propri ragazzi.