Alzheimer, svolta UE: arriva il via libera al primo farmaco

Alzheimer, svolta UE: arriva l’ok al primo farmaco che può rallentare la malattia

Alzheimer, svolta UE: arriva l’ok al primo farmaco che può rallentare la malattia

Redazione  |
sabato 16 Novembre 2024

Nonostante la felicità per questo primo step superato, gli esperti mantengono la calma. "Sicuramente non tutti i malati potranno beneficiare di questo trattamento"

Dopo l’approvazione da Stati Uniti, Regno Unito e Giappone, anche l’UE ha risposto positivamente al farmaco anti-Alzheimer lecanemab. Si tratta di un prodotto che – secondo gli esperti – se somministrato nella fase precoce del percorso può rallentare la malattia.

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Il Comitato dei farmaci a uso umano dell’Ema, ha infatti raccomandato l’approvazione del farmaco per il trattamento di quei pazienti adulti con una diagnosi da Alzheimer di lieve compromissione/demenza cognitiva.

Alzheimer, sì al farmaco che rallenta la malattia. Le tempistiche

Dopo una grande fase di studi e in ritardo rispetto a USA, Regno Unito e Giappone, l’approvazione del farmaco lecanemab contro l’Alzheimer è arrivata in seguito a una nuova analisi sul prodotto indicato, lo stesso su cui la scorsa estate gli esperti avevano dato un parere negativo. Adesso, per l’ok definitivo, la pratica va in mano alla Commissione europea, per una vicenda che potrebbe richiedere ancora qualche mese di tempo.

La soddisfazione dei clinici

 “La notizia dell’approvazione apre una nuova storia per il trattamento dei pazienti con Alzheimer, in particolare per coloro che si trovano nelle fasi iniziali per i quali la progressione della malattia potrà essere contrastata” – affermano attraverso un comunicato stampa congiunto Alessandro Padovani, presidente della Società Italiana di Neurologia, e Marco Bozzali, presidente della Società Italiana per lo Studio delle Demenze.

Nonostante la felicità per questo primo step superato, gli esperti mantengono la calma. “Sicuramente non tutti i malati potranno beneficiare di questo trattamento” – l’avvertimento. Inoltre, spiega ancora la nota diffusa dagli esperti: “Dovremo attendere la decisione di Aifa anche in relazione ai centri che verranno autorizzati in Italia a somministrare la terapia, in attesa che altri farmaci ad azione simile vengano autorizzati in futuro”.

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