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L’ambientalismo, bene civico, non di Sinistra

RSU per scaldare l’acqua

L’umanità ha bisogno di innovazione, che è figlia della creatività. Cioé di menti sveglie, desiderose di apprendere e di fare cose nuove.
Guai a quei popoli che si addormentano aspettando che altri li facciano svegliare, con la ovvia conseguenza che poi restano succubi di chi gli ha suonato la tromba.
È inutile girarci attorno, quando un popolo è in condizioni di povertà, non deve dare la colpa agli altri, ma a se stesso, che non ha saputo esprimere leader di alto profilo capaci di guidarlo sulla strada della crescita culturale, sociale ed economica.
Anche Max Weber (1864-1920) sosteneva che occorre sviluppare la cultura della qualità, della bellezza e dell’onestà, requisiti essenziali perché un popolo possa evolversi e diventare civile ed equo.
La premessa è stata necessaria perché sorprende come la gente abbocchi a tutti coloro che predicano l’ambientalismo, diventato oggi di moda, come se si trattasse di una novità. Non lo è per nulla perché la necessita di non consumare ciò che esiste, c’è sempre stata.

Forse ora comincia a nascere e crescere la consapevolezza che l’ambientalismo sia un bene civico, che va perseguito ogni giorno con onestà, capacità e cultura.
Sono stupidi quelli che ancora vogliono classificarlo come di Sinistra per almeno due ragioni: la prima è che la Sinistra, come la Destra e il Centro, non esistono più se non nella testa di falsi ideologi che non hanno cultura e che si nascondono dietro il loro scudo; la seconda è che avere un ambiente sano ove tutti gli abitanti possano evolversi e crescere è una necessità dalla quale non si può prescindere.
L’ambientalismo appartiene a tutti e non a degli stupidelli che dicono, ripetiamo, sia di Sinistra, o ad altri stupidelli che dicono sia di Destra o infine a terzi stupidelli che dicono sia di Centro.
Ma che significa ambientalismo? In una battuta significa non inquinare l’ambiente in cui si vive, non rovinare le cose magnifiche del Creatore. Insomma, utilizzare al meglio ciò che c’è, senza creare detriti o rifiuti, oppure, almeno, fare in modo che essi vengano riciclati secondo il principio dell’economia circolare.
Da più parti viene stimato che nell’atmosfera vi siano oltre 800 miliardi di anidride carbonica, oltre al fatto che l’umanità produce migliaia di miliardi di rifiuti.
Ma mentre questi ultimi i Paesi più avanzati tecnologicamente li hanno rimessi in circolazione, completando così l’ultimo segmento dell’economia, moltissima parte del mondo, invece, li accatasta a cielo aperto.
Subito si potrebbe pensare all’Africa, ma non occorre andare lontano per evidenziare questa scellerataggine: basta vedere cosa accade nel Sud Italia e nella nostra Sicilia ove distese di spazzatura a cielo aperto inquinano il sottosuolo col percolato e l’atmosfera con le esalazioni di gas.
Discorso diverso riguarda la CO2. Se da un canto essa inquina, crea squilibri nell’atmosfera con lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento del livello del mare, le perturbazioni delle stagioni e delle temperature, dall’altro essa potrebbe diventare una fonte di energia inesauribile se la ricerca approntasse processi economici e convenienti per utilizzarla.

L’utilizzazione della CO2, come quella dell’acqua (idrogeno) o del gas naturale, metterebbe fuori gioco petrolio e carbone, prodotti ad alto impatto ambientale. Ma ancora le nazioni più avanzate sono vittime di questi due prodotti e continuano ad inquinare.
Ma se inquinano, non sono né di Destra né di Sinistra, sono semplicemente scellerate e non capiscono che stanno consumando la Terra, lasciandola in condizioni pietose alle successive generazioni.
Ci vuole senso di responsabilità e visione del futuro per mettere in atto progetti di profondo cambiamento nella produzione di energia e nella sua utilizzazione.
Per esempio, è assurdo che nelle grandi città ogni immobile abbia una sua piccola caldaia. Milioni di piccole caldaie in città come Milano o Roma creano molto più inquinamento degli scarichi delle auto. Ecco perché salutiamo con favore l’inaugurazione di un termovalorizzatore a Milano che, utilizzando i rifiuti solidi urbani, scalda l’acqua da mandare nei palazzi meneghini a costi nettamente inferiori con inquinamento quasi a zero.