“Quello che sta accadendo, con il benestare dei dirigenti regionali del partito a partire dal presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, sono cose fuori dalla logica politica. Mi chiedo se la nostra leader Giorgia Meloni ne sia al corrente”. Mancano ancora due mesi alle Amministrative, ma a Mazara del Vallo il livello della tensione è già alto.
Al momento, però, più che tra i candidati alla fascia di primo cittadino – l’uscente Salvatore Quinci, l’ex sindaco Nicola Cristaldi e l’avvocata con un passato da assessora Vita Ippolito – a bollire sono gli animi interni a Fratelli d’Italia. Il casus belli è rappresentato dalla decisione di sostenere Quinci e la sua ambizione a rimanere al timone della città del Trapanese. Un progetto che è iniziato a farsi strada negli ultimi mesi dello scorso anno, per poi diventare ufficiale – con tanto di manifestazione a cui hanno preso parte tanti dei big del partito in Sicilia – a fine marzo.
A opporsi categoricamente a tale scenario, finendo però inevitabilmente le scelte ma al contempo trasformandosi nel granello di sabbia che rischia di inceppare la corazzata di Giorgia Meloni, quantomeno dal punto di vista dell’immagine, è il locale circolo di Fratelli d’Italia.
Capofila del dissenso è Vito Clemense, il presidente del circolo che a Mazara del Vallo conta più di duecento tesserati. “Non siamo una piccola realtà e soprattutto siamo coloro che in questi cinque anni si sono impegnati nel ruolo di oppositori della giunta Quinci, un sindaco legato a Calenda e che come tale non dovrebbe avere a che fare con Fratelli d’Italia, e invece improvvisamente è diventato un interlocutore stimato, al punto da appoggiare il suo progetto di ricandidatura”, dichiara Clemense al Quotidiano di Sicilia.
Lo sposalizio, ma sarebbe meglio dire l’annuncio della convivenza, tra Fratelli d’Italia e il primo cittadino uscente si è tenuto il 23 marzo nel corso di una convention al teatro Rivoli. Alla manifestazione hanno partecipato tra gli altri il presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gaetano Galvagno, la deputata nazionale Carolina Varchi, l’europarlamentare Giuseppe Milazzo e l’ex assessore regionale Ruggero Razza. “Una passerella che fa a pugni con quello che Giorgia Meloni ha più volte detto, parlando della necessità di rispettare le regole e lo statuto”, continua Clemense.
Nel mirino c’è l’appartenenza politica del candidato sostenuto da Fratelli d’Italia. Il sindaco uscente, infatti, cinque anni fa è stato eletto con una coalizione a trazione centrosinistra e poi è passato con Azione di Calenda. “Il presidente Galvagno ha dichiarato pubblicamente di sostenere Quinci perché gli risulta che non faccia più parte di Azione. Una gaffe che avrebbe potuto evitare – proseguono dal circolo mazarese –. Sarebbe bastato infatti andare sul sito nazionale di Azione per accorgersi che Quinci risulta ancora oggi tra i responsabili del partito di Calenda”.
Il riferimento va all’inserimento del nome di Quinci tra i responsabili tematici di Azione: nello specifico, il primo cittadino risulta essere referente per il settore pesca. Tuttavia, il diretto interessato ha dichiarato nel corso di alcune interviste di “di interrompere i miei incarichi rappresentativi all’interno del partito Azione”. Una posizione che non coincide con l’uscita dalla compagine che ha in Carlo Calenda il leader nazionale. “Quinci ha lasciato gli incarichi, ma non ha lasciato Azione”, fanno sapere dai vertici regionali del partito.
A indispettire il circolo mazarese di Fratelli d’Italia è stato però anche altro. “Sul finire dell’estate abbiamo chiesto un incontro al presidente Galvagno per parlare di queste voci che vedevano Quinci come possibile candidato. Lo abbiamo incontrato a Palermo e in quella sede – continua Clemense – Galvagno ci ha detto che si sarebbe impegnato affinché la candidatura su Mazara fosse alternativa, condividendo la riflessione per cui non si sarebbe potuto sostenere un esponente di un partito che a livello nazionale non ha rapporti con Fratelli d’Italia”.
A riguardo l’entourage di Galvagno fa sapere al Qds che “il presidente dell’Ars non è mai intervenuto su questioni politiche locali, rispettando gli organi territoriali”.
Nella ricostruzione di Clemense e degli altri dissenti, un momento fondamentale è rappresentato dal congresso provinciale che, a fine 2023, ha rinnovato i vertici del partito affidando il timone a Maurizio Miceli. “La vittoria di Miceli è frutto dell’ingresso nel partito del gruppo che fa capo a Paolo Torrente, oggi vicepresidente provinciale”, afferma Clemense. Il padre di Torrente, Vito, è stato un assessore della giunta Quinci, poi dimessosi e sostituito a febbraio da Francesco Santangelo, esponente proprio di Fratelli d’Italia.
“I Torrente hanno sempre dimostrato di avere un ampio consenso, voti che a ridosso delle Europee fanno senza dubbio gola”, commenta Sergio Tancredi, ex deputato regionale cinquestelle poi passato a Fratelli d’Italia, dopo la parentesi negli ultimi scampoli della scorsa legislatura con Attiva Sicilia.
Il Qds ha provato a contattare Paolo Torrente, che però ha rinviato a un secondo momento i commenti sull’attuale situazione politica a Mazara.
A rimandare al mittente ogni critica è invece Maurizio Miceli. Vittorioso al congresso provinciale di novembre, Miceli ha voluto accanto a sé Torrente. Insieme sono stati tra i principali sostenitori dell’appoggio a Quinci. “Ma questa decisione non è personale, ma frutto di un ragionamento collettivo che come dimostrato dalla manifestazione di marzo – commenta al Qds – ha coinvolto anche leader provenienti da tutta la Sicilia e anche nostri rappresentanti a livello nazionale ed europeo”. Sul fatto che Fratelli d’Italia punterà tutte le fiche su Quinci non ci sono più dubbi: “Il nostro simbolo sarà sulla scheda elettorale e farà parte della sua coalizione – continua Miceli –. Le critiche di Clemense? Bisogna rispettare le decisioni prese dal partito e in quel circolo le assicuro che non tutti la pensano allo stesso modo”.
“È piuttosto curioso leggere che il sottoscritto sia stato posto al centro di un articolo riguardante il supporto a Quinci per l’elezione a sindaco di Mazara del Vallo. Con tanto di riferimento nel titolo… Un’attenzione che mi lusinga, ma che non merito e non comprendo.
Posso ugualmente fornire, dalla mia modesta visuale, alcune informazioni che credo torneranno utili.
In Fratelli d’Italia esiste un grande rispetto per i ruoli e gerarchicamente il coordinatore regionale Giampiero Cannella ne rappresenta l’apice. Cannella, tra l’altro, a conferma di questo, era presente all’evento di Mazara raccontato dal vostro cronista.
Peccato che nel pezzo non ci sia traccia della presenza del coordinatore regionale del partito in quell’occasione, un fatto che avrebbe confermato la collegialità della scelta del partito, smontando le fantasiose ricostruzioni del vostro cronista su un ruolo centrale del sottoscritto in questa vicenda.
Tra l’altro, mi chiedo e vi chiedo: la notizia consisterebbe nel fatto che un dirigente di partito come me condivida la decisione assunta dal coordinatore regionale dello stesso partito, dopo il confronto con le altre articolazioni del partito?
Sulle aspirazioni del circolo di Mazara, che rispetto, posso solo dire che in un partito ci sono organismi che decidono e che non si sta in un partito solo quando la decisione è gradita, per poi uscirne quando le proprie richieste non sono state soddisfatte.
Dispiace, quindi, che si sia montata una polemica sul nulla, nonostante fosse stata smentita al cronista qualsiasi mia ingerenza in vicende locali riguardanti un collegio diverso e lontano rispetto a quello che ha portato alla mia elezione all’Ars.
Una posizione che sorprende e amareggia.
Un’ultima notazione, riguardo all’addio di Quinci ad Azione: mi risulta che la scelta di lasciare quella forza politica sia stata confermata in più sedi e pubblicamente, come è accaduto altrove per altri esponenti di Azione, ad esempio a Palermo, in occasione dell’ingresso nella giunta di centrodestra di un nuovo assessore.
Spero che in futuro non si voglia attribuire al presidente dell’Ars anche la responsabilità del mancato aggiornamento del sito di un altro partito”.
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