Amministrativi dentro, tecnici fuori: precari Covid, ecco chi può essere stabilizzato

Amministrativi dentro, tecnici fuori: precari Covid, ecco chi può essere stabilizzato

Daniele D'Alessandro

Amministrativi dentro, tecnici fuori: precari Covid, ecco chi può essere stabilizzato

Chiara Billitteri  |
venerdì 31 Marzo 2023

I sindacati si spaccano: chi può sperare nell’assunzione. Dall’assessorato nessuno stop ai concorsi

Mesi di proteste, trattative sindacali e politiche, incontri in assessorato. Compreso l’ultimo, quello di oggi, iniziato di mattina e finito dopo diverse ore. Alla fine la battaglia contro la Regione, che non voleva stabilizzarli, l’hanno vinta i “precari Covid”, che oggi, in assessorato alla Salute, hanno firmato il protocollo d’intesa per la loro assunzione con l’assessore Giovanna Volo.

I sindacati si spaccano

La festa, però, è stata solo per cinque, che è il numero delle sigle sindacali che questo accordo lo hanno effettivamente firmato (Cisl e Ugl tra questi). Gli altri 15 sindacati presenti all’incontro, di firmare quel documento si sono rifiutati.
Perché in effetti, quella di oggi è una vittoria letteralmente a metà. Su duemila, tra personale con ruolo amministrativo e quelli con ruolo di tecnici, che hanno prestato servizio nelle Asp e negli ospedali durante l’emergenza Covid con contratti precari, soltanto meno di mille, infatti, saranno stabilizzati. 

Amministrativi e tecnici

Questo perché l’assessore Volo, racconta chi era presente stamattina “si ostina” ad interpretare in modo restrittivo due sole parole che cambiano poi tutto: personale amministrativo. Se le assunzioni senza concorso sono state rese possibili dal decreto Milleproroghe approvato a Roma qualche settimana fa, infatti, nello stesso decreto viene detto che il personale che ha diritto alla stabilizzazione è, oltre a sanitari e sociosanitari, il “personale amministrativo”. 

Attenzione: non personale con ‘ruolo amministrativo’ – specifica Giuseppe Ferrara, del coordinamento regionale ‘Professionisti emergenza Covid’ – ma personale amministrativo in generale. Quindi dentro ci stanno senz’altro anche informatici e ingegneri, come me ad esempio, che all’Hub vaccinale nel quale ho prestato servizio facevo gestione del personale. Non è forse anche questo un lavoro di amministrazione? L’assessore ha deciso deliberatamente di aggiungere la parola ‘ruolo’ lì dove non c’è, e per questo noi siamo fuori dalle assunzioni”. 

Problema di interpretazione

E in effetti, come spiegano dal comitato, sembrerebbe che si tratta di un semplice problema di interpretazione. Dimostrato dal fatto che altrove, ad esempio all’Asl di Brindisi, grazie al Milleproroghe hanno rinnovato i contratti anche ai tecnici.

Nessuno stop ai concorsi

Ma questa non è l’unica criticità dell’accordo siglato. Se da un lato, infatti, i lavoratori si sono visti riconosciuta la possibilità di stabilizzare anche i precari che lavoravano con contratto flessibile ma non più in servizio attualmente, dall’altro lato l’assessore Volo non ha acconsentito alla sospensione dei concorsi nelle Asp e delle procedure di mobilità da altre regioni o amministrazioni.
Difficile capire come potranno essere stabilizzati, in tutto, circa tremila lavoratori (2000 tra sanitari e sociosanitari e 1000 amministrativi) se nel frattempo le Asp continuano a coprire le caselle mancanti con concorsi e altro tipo di assunzioni.

Il no di 15 sindacati

Perciò 15 sigle sindacali “non hanno ritenuto opportuno sottoscrivere il protocollo d’intesa sulla stabilizzazione dei precari” proposto dall’assessorato alla Salute. Si tratta di Fp Cgil Sicilia, Cgil Medici, Uil Fpl Sicilia, Uil Medici, Fials, Cisal, Confintesa, Anao Assomed, Fvm, Nursing Up, Fials Medici, Fassid, Anpo Ascoti Fials, Aaroi Emac, Nursid Sicilia. 
I sindacati chiedono “certezze sulla proroga dei contratti in corso”, rivendicano la “possibilità di mantenere in servizio su posti vacanti il personale del ruolo tecnico e professionale in attesa di ulteriori disposizioni normative” e protestano per la “mancata garanzia di pari opportunità per il personale in atto non più in servizio”.

Le sigle che hanno detto sì

La pensano diversamente le sigle sindacali che, invece, la firma l’hanno messa:

“Il protocollo sottoscritto oggi è la prova che il dialogo sostenuto con forza dalla Cisl Fp Sicilia ha consentito di arrivare ai risultati migliori possibili in favore dei lavoratori. Finalmente anche la Sicilia si è dotata di un protocollo che indica le priorità per il superamento del precariato in modo ordinato, assicurando pari trattamento in tutta l’Isola e offrendo opportunità anche a quei lavoratori garantiti dalle previsioni del decreto Milleproroghe”. È questo il commento di Paolo Montera e Marco Corrao, rispettivamente segretario generale e segretario regionale con delega alla Sanità del sindacato maggiormente rappresentativo, la Cisl Fp Sicilia.
L’accordo, tra l’altro, prevede che il personale che abbia i requisiti previsti dalle norme venga stabilizzato secondo alcuni criteri di priorità. Anzitutto dovrà essere in servizio al momento della pubblicazione dell’avviso di ricognizione. In caso di ulteriori posti disponibili sarà data precedenza a chi è stato assunto a tempo determinato a seguito di selezione pubblica. Terzo criterio è quello per l’assunzione di quel personale che ha maturato i requisiti anche con contratti diversi. In questo caso occorre che la qualifica per cui si verrà stabilizzati sia quella in cui si è svolto servizio prevalentemente. Quarto criterio è  quello della precedenza ai dipendenti che hanno lavorato con contratti a lavoro flessibile e che sono risultati idonei non vincitori di concorso. Infine, in caso di ulteriori posti disponibili, potranno essere assunti – dopo avere sostenuto un pubblico concorso – coloro che hanno lavorato presso le aziende sanitarie con contratti a lavoro flessibile.
 “Rimane il rammarico – concludono Montera e Corrao – per le mancate stabilizzazioni per quel personale tecnico per il quale, ad oggi, non è stata data ‘copertura’ legislativa”. 
Personale che, assicurano i lavoratori esclusi, si sta già mobilitando per tornare in piazza a protestare.

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