Nella città di Anna Frank, il sette novembre, appena trascorso, si è verificato un vero pogrom antisemita
Nella città di Anna Frank, il sette novembre, appena trascorso, si è verificato un vero pogrom antisemita, che dopo quello sferrato da Hamas il 7 ottobre 2023, non ha avuto eguali. Uomini, con il volto coperto e con bandiere palestinesi in pugno, hanno percorso, nella sera, le strade di Amsterdam a caccia dei tifosi del Maccabei di Tel Aviv, che in quella città erano venuti per sostenere la loro squadra, che affrontava l’Ajax, nella gara di Europa League. Il bilancio delle violenze, che hanno avuto il macabro sapore di una anticipata celebrazione della Notte dei Cristalli, che ha insanguinato le strade della Germania nazista tra il 9 ed il 10 novembre del 1938, è stata di dieci feriti, alcuni dei quali porteranno per tutta la vita sul loro corpo gli esiti dei traumi e delle ferite riportate e, certamente, nessuno di loro dimenticherà mai gli insulti in arabo, urlati contro e le voci inneggianti lo slogan: Palestina libera.
Il premier olandese Dick Schoof ha subito riconosciuto la innegabile natura antisemita di questi attacchi, ma la polizia, malgrado la prevedibilità dell’evento, non si è posta, come dovuto, a protezione, ed è pure rimasta, in tante aggressioni, la grande assente. I tifosi aggrediti e malmenati sono tornati nel loro Paese con un aereo messo a disposizione dalle autorità israeliane, mentre ad Amsterdam i disordini continuano. Viene sin troppo normale, chiedersi se nei confronti degli ebrei, in genere, non si stanno riproponendo le condizioni di indifferenza da parte della collettività, al cospetto di tanto odio antiebraico, che erano presenti negli anni trenta del secolo scorso.
Di questo antisemitismo dal volto nuovo parla Pierluigi Battista nel suo ultimo libro presentato a Roma, nel settembre scorso dal titolo “La nuova caccia all’ebreo” Edizioni Liberilibri. In cui viene messo in luce che, dopo il 7 ottobre 2023, l’antisemitismo è esploso, e l’odio verso Israele è divenuto odio verso gli ebrei, senza limiti e senza distinzioni, mentre si mette in discussione il diritto ad esistere dello Stato ebraico. L’Autore riferisce, all’inizio del secondo capitolo del libro, di una intervista rilasciata a La Repubblica nell’aprile 2024, da una studentessa torinese che descrive la paura della ragazza di andare in giro per la sua città, entrare nella sua facoltà e proferire il suo nome che ne evidenzia le certe origini ebraiche, mentre tutt’attorno regna una pesante voluta indifferenza, da cui spesso prende origine una profonda avversione nei confronti dell’ ebreo che si difende e smette di essere vittima.
Nel libro viene pure ricordato il dire di Marco Pannella, che rivolgendosi alla resistenza arabo palestinese, affermava: “Questa gente non vuole, come vorrei io, due Stati democratici, questa gente vorrebbe solo pura Jihad, desidererebbe semplicemente la cancellazione d’Israele dalla faccia della terra, non esiste niente di più, nessuna rivendicazione nazionalista. Non c’è la volontà di uno Stato palestinese, ma la volontà della fine totale degli ebrei. Oggi queste parole del Padre nobile del Partito Radicale, restano confermate dallo slogan,di recente formulazione: “from the river to the sea” che dal giorno dopo al 7 ottobre 2023 viene scandito in ogni manifestazione di piazza, ed è pertanto divenuto il manifesto politico della lotta ad Israele.