Ance Catania, Rosario Fresta confermato alla presidenza. Anche per il 2025 l’obiettivo è “costruire valore insieme” - QdS

Ance Catania, Rosario Fresta confermato alla presidenza. Anche per il 2025 l’obiettivo è “costruire valore insieme”

Ance Catania, Rosario Fresta confermato alla presidenza. Anche per il 2025 l’obiettivo è “costruire valore insieme”

sabato 28 Dicembre 2024

“Costruire valore insieme”, è questo il motto che ha accompagnato e accompagnerà il mandato di Rosario Fresta, riconfermato il mese scorso Presidente di ANCE Catania per i prossimi 4 anni

“Costruire valore insieme”, è questo il motto che ha accompagnato e accompagnerà il mandato di Rosario Fresta, riconfermato il mese scorso Presidente di ANCE Catania per i prossimi 4 anni. insieme ai Vicepresidenti, Giuseppe Costantino e Salvatore Messina, al Tesoriere, Gaetano Vecchio, e al Consiglio Generale, Francesco Conti, Rosario Di Maria, Gaetano Fichera, Marcello La Rosa e Nunziato Vecchio.Guidare un’Associazione dove al centro vi sono le imprese significa rappresentarle, indirizzarne le esigenze e guidarle verso obiettivi condivisi. Affrontare quotidianamente le sfide e cogliere le opportunità, lavorando insieme per valorizzare sempre più il ruolo della categoria, perché è fondamentale essere gruppo, una squadra compatta, con il Presidente che agisce come portavoce di tutti. Nessuna filiera incide sullo sviluppo economico ed urbano come quella delle costruzioni: ogni luogo, spazio, lavoro, attività o momento collettivo vede coinvolti “i costruttori”. Per questo, il ruolo dell’impresa edile va oltre il mero interesse economico e deve considerare sempre le implicazioni sociali, etiche, ecologiche e sostenibili delle attività che svolge. Una responsabilità a cui l’Associazione è chiamata e alla quale non vuole sottrarsi, perché mira ad acquisire sempre più credibilità nei confronti delle istituzioni e dei portatori d’interesse in un riconosciuto clima di fiducia. La parola al riconfermato Presidente Rosario Fresta.

É tempo di fare un bilancio e tracciare nuove prospettive. Cosa è stato il 2024, cosa si aspetta il settore delle costruzioni per il 2025 e dopo il Pnrr?
“Per guardare al futuro abbiamo bisogno di guardare al passato per superare e risolvere quei limiti che hanno frenato la crescita, fra questi l’incertezza che ha caratterizzato gli ultimi anni, nonostante le buone perfomance che il settore ha registrato. Mi riferisco ad un sistema normativo complesso e soggetto a continue modifiche, come nel caso dei Bonus edilizi o all’impennata dei prezzi con il caro materiali, generato dalle tensioni geopolitiche ancora in atto. Seppur gli ultimi tre anni hanno visto una buona crescita, nel prossimo futuro le costruzioni si apprestano ad una fase delicata tra il venir meno del Superbonus e la necessaria accelerazione per la realizzazione dei lavori PNRR, di cui continueremo a sentirne anche per il 2025 gli effetti. Il settore per sua natura ha bisogno di previsioni e programmazione a lungo termine, perchè lunghi sono i tempi di gestazione delle opere, sia nel mercato pubblico che in quello privato. Credo sia ormai chiaro a tutti che il settore delle costruzioni è stato quello che ha permesso all’Italia di sollevarsi nel post Covid, giocando un ruolo fondamentale per la ripresa e crescita del Pil; ogni euro investito nelle costruzioni attiva un indotto quasi triplo con una filiera che incide e genera ricchezza”.

Ritiene che la Legge di Bilancio 2025 stia realmente seguendo questa direzione?
“In verità, abbiamo espresso le nostre preoccupazioni per i tagli su investimenti importanti che hanno contribuito alla ripresa degli investimenti a livello locale, come le piccole e medie opere, il fondo per la progettazione, il programma di rigenerazione urbana, il PINQuA che, tra parentesi, è la misura più strettamente legata alle politiche abitative”.

Eppure il Governo sembra avere rivolto la sua attenzione alle politiche per la casa.
“Finora, più che a un incremento dello stock mediante nuove costruzioni, si è parlato di misure che puntano soprattutto alla riqualificazione dell’esistente con evidenti difficoltà e ritardi rispetto alla prevista programmazione. Certamente positivo l’inserimento di risorse di oltre mezzo miliardo per gli obiettivi del Piano Casa Italia; una risposta all’emergenza abitativa, sebbene si demandi ad un decreto il piano di riparto che avrà inizio solo a partire dal 2028 e fino al 2030. Sicuramente l’inserimento nel Pnrr di interventi dedicati alle politiche abitative, come il PINQuA, ha rappresentato un’inversione di tendenza dopo anni di scarsa attenzione per il settore abitativo. Basti pensare, ad esempio, che a Catania è in corso di realizzazione un intervento di circa 15 mln con il progetto “Librino città moderna” destinato alla realizzazione di 64 nuovi alloggi di edilizia residenziale pubblica. In qualche modo sembrerebbe che il diritto alla casa sia tornato al centro dell’agenda politica, ma concentrare le attenzioni solo sull’edilizia popolare, provata da anni di mancate manutenzioni, non è sufficiente. Per questo motivo, oggi ANCE propone un “piano nazionale casa” che garantisca un’offerta abitativa più ampia, articolato su quattro leve: urbanistica, una nuova sinergia tra pubblico e privato, leva finanziaria-fiscale e una nuova governance statale con fondi stabili. A questo si aggiunge anche il tema degli alloggi per gli studenti universitari fuori sede. A Catania la risposta è insufficiente, tra la dotazione attuale e quella futura si registrano solo 1.560 posti letto a fronte di una richiesta di circa 3.000”.

Se da un lato si parla di difficoltà di accesso alla casa, dall’altro si parla di esubero di vani. Come si risponde alle esigenze abitative?
“Sebbene oggi siamo in calo demografico, la Città continua ad essere attrattiva. Una tendenza destinata a continuare, per la quale è necessario rispondere in modo adeguato, senza più fare affidamento ad approcci obsoleti. Le priorità devono essere riqualificare e rifunzionalizzare, perché il suolo è un elemento finito che dobbiamo preservare. Le operazioni di rigenerazione urbana, in quanto mirate al solo patrimonio immobiliare esistente, comportano un contenuto consumo del suolo e una attenzione al contesto urbano ed ambientale presente. La maggior parte del patrimonio edilizio, sul punto tanto si è detto, è vetusto, non performante dal punto di vista energetico ed ancor meno su quello strutturale, aspetto cruciale in un territorio ad alto rischio sismico come quello catanese”.

Il Consiglio Comunale di Catania ha approvato l’atto di indirizzo al Pug, quale scenario prevedete?
“Dall’atto di indirizzo si auspica una nuova visione di Piano, ovvero un Piano che non si limiti a normare semplicemente l’uso del territorio ma che regolamenti i “processi”, un piano che accompagni la naturale evoluzione e vocazione delle attività economiche sociali, secondo regole certe di dominio pubblico; regole che determinerebbero il quadro generale di riferimento per qualsiasi attività antropica. Il tema della casa è strettamente legato al tema urbanistico. Riteniamo che l’edilizia abitativa debba rappresentare una delle scelte strategiche dell’Amministrazione, favorendo il riuso del patrimonio immobiliare pubblico e la riqualificazione di quello delle periferie, perché il fabbisogno abitativo è legato alla qualità dell’abitare. Va da sè che l’azione sul patrimonio immobiliare costruito è anche occasione per promuovere innovazione tecnologica, occupazione e lavoro”.

Quando si parla di Occupazione e lavoro non si può prescindere dal tema sicurezza. Che peso ha la formazione e la Patente a crediti ?
“Il settore delle costruzioni, da decenni, grazie alla bilateralità, garantisce regolarità contributiva, formazione obbligatoria, sicurezza e prevenzione. Non esiste il rischio zero ma questo deve essere l’obiettivo. La formazione è fondamentale e può salvarti la vita. L’uso delle nuove tecnologie e le simulazioni virtuali aiutano moltissimo per una formazione più efficace. La Patente a crediti va vista come uno strumento di crescita e di qualificazione delle imprese, perché in quelle maggiormente strutturate tende ad abbassarsi il rischio. Non dimentichiamo inoltre che il lavoro dà dignità e rappresenta anche un mezzo di inclusione. Per questo, abbiamo cercato di coniugare le politiche di inclusione con le azioni di formazione e inserimento nel mercato del lavoro, in un settore come il nostro che sta affrontando un calo di attrattività e difficoltà nel reperire manodopera. Da qualche anno abbiamo attivato convenzioni con il cd. Terzo settore e mi fa piacere ricordare che ANCE Catania ha avuto il conferimento da parte dell’Unhcr del “We Welcome” per l’anno 2023, come riconoscimento del rilevante impegno dimostrato nella promozione di interventi specifici per l’inserimento lavorativo dei rifugiati”.

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