Fase 2, anche il Veneto si ribella, Zaia allenta le restrizioni - QdS

Fase 2, anche il Veneto si ribella, Zaia allenta le restrizioni

Fase 2, anche il Veneto si ribella, Zaia allenta le restrizioni

mercoledì 29 Aprile 2020

“Non è un atto sovversivo, ho solo dato delle risposte ai cittadini”. In Sicilia la timida protesta di Musumeci, anche lui deluso da Conte, che ha annunciato per oggi una videoconferenza sul tema con i governatori del centrodestra

PALERMO – Ha lasciato tutti sorpresi e forse anche un po’ delusi l’ultimo decreto del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte sull’avvio della fase 2, quello definita come fase di “convivenza” con il Coronavirus.

Ci si aspettava una riprese delle attività che permettesse con le dovute cautele di ritornare ad una normalità ormai dimenticata. Ci si aspettava soprattutto che il Governo tenesse conto del fatto che il quadro epidemiologico della Sicilia, tanto per fare un esempio, non è quello della Lombardia. E invece, la sensazione è che non sia cambiato praticamente nulla. Dal 4 maggio si dovrà continuare a produrre una autocertificazione per spiegare come mai ci si trova per strada, esattamente come nella fase 1. Da più parti inoltre sono giunte perplessità in merito alla stesso decreto che appare fumoso e di difficile interpretazione. Comunque sia il nuovo Dpcm non è piaciuto ai presidenti delle Regioni, neanche al Governatore della Sicilia Nello Musumeci. Ma mentre nelle altre Regioni sono state già emesse le nuove ordinanze, in Sicilia non si è mossa ancora una foglia.

In Veneto, inoltre, il governatore Luca Zaia ha deciso di emettere un’ordinanza meno restrittiva rispetto al decreto di Roma ed ha annunciato che non esclude altre ordinanze. “Sono convinto che quanto ho deciso con la mia ordinanza non mette a repentaglio la sicurezza, la salute dei cittadini: se il governo che ha l’obbligo della vigilanza, è convinto del contrario, ha l’obbligo di impugnarla. Ma allora deve impugnare le ordinanze non solo del Veneto ma di tutte le altre Regioni: Toscana, Emilia Romagna, Marche, Lazio, Piemonte, Liguria”.

Nel documento Zaia stabilisce che “è ammesso lo spostamento e l’attività motoria, anche con bici nel territorio comunale” con mascherine e guanti e distanza di un metro e che si può andare nelle seconde case, all’interno della Regione, per la normale manutenzione (in nessun caso si parla di autocertificazione). Viene ammessa la vendita di cibo per asporto tramite veicolo senza uscita di passeggeri. Questo dovrebbe significare che bar e ristoranti potranno riaprire a patto di consegnare il cibo agli avventori in auto.

L’ordinanza peraltro è già in vigore, mentre il premier ha detto che la fase due comincerà il 4 maggio. Una levata di scudi contro le eccessive restrizioni del governo nazionale da parte delle Regioni che si trovano a dover dare risposte ai propri cittadini in difficoltà finanziarie da molto tempo a causa della chiusura delle proprie attività. Zaia ha spiegato che esistono delle contraddizioni nel Dpcm, e si chiede come mai sia possibile tenere aperti i supermercati rispettando le distanze di un metro, mentre non è possibile nelle altre attività, così come nei luoghi religiosi, rispettando sempre le distanze e con le dovute protezioni.

In Sicilia non si conosce ancora quale saranno le regole della Fase 2: di certo si sa solo che l’assessore regionale alle Attività produttive, Mimmo Turano, ha detto che il presidente della Regione Musumeci sta preparando una lettera con cui chiederà al premier Conte di consentire il riavvio di alcune attività in considerazione del minor numero dei contagi. Ma di concreto ancora, mentre scriviamo non c’è nulla e i giorni di inattività stanno passando inesorabili. Con il rischio che la popolazione, stanca dei troppi divieti, decida non rispettare più la quarantena con effetti ben più devastanti di un allentamento delle misure restrittive.

Oggi Musumeci in videoconferenza con il centrodestra

“Giungere a una proposta ampia e convergente per invitare il presidente Conte a modificare le preannunciate disposizioni della Fase 2”. È questo l’obiettivo del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, che domani si è dato appuntamento, in videoconferenza, con i colleghi governatori di centrodestra.
“Le misure annunciate per il 4 maggio – prosegue – lasciano scontenti tutti: settentrionali e meridionali, chi per l’apertura e chi per la chiusura e si muovono poi in evidente contraddizione. In Sicilia non abbiamo grandi fabbriche, ma una diffusa presenza di piccole e medie imprese nel commercio, nel turismo, nell’artigianato e nei servizi. Metterle in condizioni di lavorare, nel rispetto assoluto delle norme di sicurezza, è un dovere del governo nazionale. Se proprio non vuole farlo, autorizzi le Regioni ad adottare le misure che risultino compatibili con la situazione epidemica locale”.

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