Con i risultati dell’ultima tornata regionale la partita si chiude sostanzialmente in pareggio, con le Regioni Toscana, Puglia e Campania al centro-sinistra; Veneto, Marche e Calabria al centro-destra; mentre nella Regione Valle d’Aosta ha vinto il partito autonomista, ma lì il centro-sinistra è all’opposizione.
Il dato più rilevante e sconfortante di questa tornata elettorale è l’ulteriore calo dei/delle cittadini/e che è andato/a a votare: il quarantaquattro per cento in Campania e Veneto; il quarantuno per cento in Puglia.
Cosa dimostrano questi dati? Che vi è una parte di cittadine e cittadini che non vuole più sentire parlare di candidati/e elettorali e di partiti, probabilmente disprezzandoli/e, e un’altra parte che proprio non vuole sentire parlare di politica.
In ambedue i casi questo distacco vistoso fra cittadini/e e ceto istituzionale è un grosso vulnus della Democrazia perché di fatto si trasforma in una non-Democrazia, in quanto governa la maggioranza della minoranza, come abbiamo scritto più volte.
Al di là di questa considerazione di fondo, estremamente preoccupante e deludente, va rilevato il plebiscito di voti per il candidato alla presidenza della Regione Veneto, che di fatto è l’espressione del consenso che quel popolo ha voluto dimostrare ancora una volta al suo presidente uscente, Luca Zaia.
Perché egli ha ancora questo consenso, seppure riflesso? La risposta è semplice e nei fatti: ha lavorato bene e ha fatto progredire la ricchezza di quella Regione, il cui Pil è oggi intorno a 197 miliardi, contro gli scarsi 110 miliardi della Sicilia. Ricordiamo che il Veneto e la Sicilia hanno più o meno la stessa superficie e la stessa popolazione. Mentre il Veneto vanta una sanità eccellente e, per conseguenza, anche il bilancio sanitario è attivo.
E poi il suo capolavoro è stato quello di riuscire a portare le olimpiadi invernali a Cortina d’Ampezzo, seppure in tandem con Milano. Un luminoso esempio in cui due vertici di partiti opposti (Zaia e Sala, sindaco di Milano) hanno lavorato insieme per il bene del territorio e della propria popolazione.
In Sicilia ci vorrebbe un presidente come Zaia. Se ci fosse, io lo voterei volentieri.
Veniamo alla Campania. Anche qui, pur essendo stato eletto il pentastellato Roberto Fico, già presidente della Camera, la realtà dei numeri dice che ha vinto il presidente uscente, Vincenzo De Luca, il quale, con la sua lista e con l’apporto che ha dato al Partito democratico, è stato determinante. Tuttavia, non possiamo ignorare che nella precedente elezione la maggioranza rasentò l’ottanta per cento, mentre in questa era intorno al sessantacinque per cento.
Insomma, in Campania la vecchia guardia ha trionfato. Non sappiamo se il neopresidente Fico sarà capace di tenerne conto, perché le sue decisioni dovranno rispettare la maggioranza della maggioranza, che siederà nel Consiglio regionale.
Probabilmente De Luca tornerà a fare il sindaco di Salerno, mentre il suo figliolo, Piero, gestirà il Partito democratico in Campania. Insomma, queste elezioni non hanno spostato di una virgola il vero potere in quella Regione, che peraltro progredisce nel Sud Italia, anche se i suoi parametri sono ancora lontani da quelli delle Regioni settentrionali.
La Puglia ha visto, com’era previsto, l’elezione di Antonio Decaro, già sindaco di Bari e presidente dell’Anci e ora eurodeputato. Decaro ha un grande prestigio personale che si è concretizzato nei voti. Tuttavia, non si deve dimenticare che in quella Regione vi sono state due giunte presiedute dal magistrato in aspettativa, Michele Emiliano, che ha ben governato e quindi ha mantenuto il favore di quella popolazione.
La Puglia è la prima delle otto Regioni del Sud in termini di sviluppo, di turismo, di sanità e di infrastrutture. E tutto questo le cittadine e i cittadini lo sanno benissimo, confermando il loro consenso ai leader.
La considerazione finale che riguarda le tre Regioni è che chi lavora bene viene premiato/a dalla minoranza dei/delle cittadini/e che va a votare. Mentre, purtroppo – lo ribadiamo – il voto continua a non destare l’interesse della maggioranza dei/delle cittadini. E questo è un guaio serio cui va dato rimedio. Al più presto!

