È ancora lunga la strada per la parità tra donna e uomo - QdS

È ancora lunga la strada per la parità tra donna e uomo

È ancora lunga la strada per la parità tra donna e uomo

sabato 30 Novembre 2024

Sono ancora evidenti disparità che nascono dalla mentalità retrograda. In Sicilia è emersa in casi drammatici di cronaca, ma spesso rimane sommersa

Quella per la parità di genere è, ancora oggi, una battaglia aperta. Dall’Europa alle nostre case. Eppure si tratta di un “diritto umano”. Dal 2010 esiste perfino l’UN Women, l’organismo delle Nazioni Unite per la promozione e protezione dei diritti delle donne. Ma la strada è ancora lunga. Sono ancora evidenti disparità che nascono dalla mentalità retrograda. In Sicilia è emersa in casi drammatici di cronaca, ma spesso rimane sommersa. Si insinua nelle menti già dalla tenera età. I bambini vengono condizionati dai giocattoli selezionati, dai cartoni proposti, dall’abbigliamento scelto per loro. E così gli stereotipi sulla donna “debole” che ha bisogno dell’uomo “forte”, o della mamma che fa la casalinga e del papà che invece lavora, si trasmettono di madre in figlia.

Insegnano che inesorabilmente la donna deve dipendere economicamente dall’uomo, occuparsi del marito, dei figli e della casa. Compito dell’uomo è sostenere la famiglia economicamente, e se non riesce, è un fallito. In molte famiglie del nostro territorio, la mentalità comune difende questa misconcezione. E il messaggio passa nell’educazione tra sorelle e fratelli: le figlie devono sempre aiutare la madre, i figli possono esimersi. Così accade che siano le donne stesse a imporre stereotipi in casa, scegliendo di non lavorare. Oppure considerano ‘’meno uomo’’ un compagno che non si appresta a pagare il conto.

Per questa ragione, almeno negli istituti scolastici, è fondamentale una narrazione diversa. Occorre parlare della parità di genere, stanare gli stereotipi e far capire agli studenti che ognuno, indipendentemente dal genere, ha la libertà di scegliere di diventare chi desidera. È essenziale educare al rispetto e al senso di possibilità. Parlare della parità di genere nelle scuole significa preparare le studentesse e gli studenti ad affrontare le sfide del mondo del lavoro in continuo cambiamento, e a scegliere indifferentemente ambiti scientifici o STEM, umanistici, tecnico professionali e imparare a collaborare indipendentemente dal genere. Purtroppo, però, nel mercato lavorativo ci sono ancora molte disuguaglianze. I dati ISTAT del 2023 rivelano che il tasso di occupazione femminile a Catania (24.5%), è molto inferiore rispetto al tasso di occupazione maschile (46.5%).

Perché succede questo? Per la difficoltà di conciliare lavoro e famiglia? Mantenere un lavoro e prendersi cura della casa e della famiglia comporta una scelta, un sacrificio, una rinuncia. Tanto più che molti lavori non offrono orari flessibili. Un’altra causa risiede proprio negli stereotipi di genere. Molti pensano che esistano mestieri per uomini e altri per donne. E questa mentalità sottrae opportunità di lavoro, oppure determina che le donne lavoratrici siano pagate in misura inferiore. A ciò si aggiunge l’essere discriminate in fase di ricerca di lavoro, in base al desiderio di avere figli o meno. Perché i figli sono considerati un ostacolo alle potenzialità lavorative della donna.

Ma come ha affermato la Dirigente dell’I.O.S. Pestalozzi di Catania, prof.ssa Elena Di Blasi: “alle ragazze, in particolare, ricordo che non esistono discipline che non possano essere affrontate in virtù dell’essere uomo o donna. Ripenso a Marie Curie e alla risposta sagace che diede ‘Com’è essere sposati a un genio? Non so, chiedetelo a mio marito’. Studiare, insieme alle altre, le discipline STEM è fondamentale per il raggiungimento delle pari opportunità in campo lavorativo, che in questo settore è ad appannaggio quasi esclusivo degli uomini. Quindi, mie care, studiate ciò che desiderate, osate quel che vi sentite, e vivete il vostro sogno, spiccate il vostro volo!”

La disparità, poi, pervade il tempo libero. Le ragazze non possono sentirsi libere di indossare una scollatura o una gonna più corta, quando escono. Se non a costo di esporsi ad essere giudicate “poco di buono”, molestate, abusate. Questo per l’assurda mentalità che vede “l’uomo predatore, la donna provocatrice’’. Quindi, se una donna è più scoperta, è più propensa a rapporti occasionali. Ennesimo stereotipo da condannare. Per combattere questa cultura occorre mettere a tema quotidianamente la questione nelle scuole. Ma non basta. Bisogna promuovere leggi che combattono la violenza di genere; partecipare ad iniziative pubbliche che promuovono la cultura della parità.

Abbiamo sentito in proposito l’assessore del Comune di Catania con delega alle Pari Opportunità, Viviana Lombardo. Le abbiamo chiesto quali siano le iniziative messe in atto per sensibilizzare la comunità sui temi della parità di genere e di contrasto agli stereotipi. L’assessore ha riferito come, per contrastare gli stereotipi, l’Amministrazione abbia dato un esempio con la composizione stessa del Consiglio comunale, in cui siedono tredici donne su trentasei consiglieri. A Catania inoltre vi sono donne al vertice in posizioni di rilievo tra cui quella di Prefetto. “Questo è ciò che dobbiamo mostrare ai nostri giovani” ha affermato.

La parità di genere è un obiettivo raggiungibile, ma richiede uno sforzo collettivo. Ognuno di noi può contribuire e creare un mondo più giusto ed equo per tutti.

Alessia Basile, Ketty Gerbino, Aurora La Placa, Erika Solinas
I.O.S. Pestalozzi di Catania

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